L’industria croata della difesa vola

Il nostro dirimpettaio nel mare Adriatico, la Croazia, sta facendo registrare un vero e proprio boom nelle esportazioni di tecnologie per la difesa: il valore delle esportazioni per il 2016 ha superato i 224 milioni di euro (contro i 70 di alcuni anni fa), consentendo al Paese balcanico di entrare nella classifica dei primi 25 Paesi al mondo Il nostro dirimpettaio nel mare Adriatico, la Croazia, sta facendo registrare un vero e proprio boom nelle esportazioni di tecnologie per la difesa: il valore delle esportazioni per il 2016 ha superato i 224 milioni di euro (contro i 70 di alcuni anni fa), consentendo al Paese balcanico di entrare nella classifica dei primi 25 Paesi al mondo.
Questo risultato è stato conseguito sia tramite l’alienazione delle scorte di armi ex yugoslave giacenti negli arsenali croati, principalmente ad Arabia saudita e Giordania, sia con l’allestimento di prodotti nuovi tramite l’industria nazionale, la parte del leone in questo caso l’ha fatta la Hs produkt che, grazie soprattutto alla propria indovinata gamma di pistole semiautomatiche commercializzate negli Usa con il marchio Springfield, è diventata uno dei più importanti produttori di armi corte al mondo. A livello di export, comunque, hanno ottenuto buoni riscontri anche altre aziende specializzate, ma la novità degli ultimi giorni è l’annuncio, da parte del ministro della difesa Damir Krstičević, dell’imminente costruzione di una fabbrica nazionale di munizioni, che sarà realizzata mediante una joint venture tra l’amministrazione pubblica e l’azienda privata Hs. Al di là di eventuali commesse estere, questa mossa va evidentemente nella direzione auspicata dal premier Andrej Plenković, che ha confermato l’intenzione di equipaggiare i soldati croati interamente con prodotti nazionali e la speranza che lo sviluppo dell’industria per la difesa possa fungere da impulso per un positivo processo di reindustrializzazione nazionale.