La Gara dell’anno e la Carabina dell’anno

Nel corso della cerimonia delle premiazioni della stagione 2016, la redazione di Armi e Tiro ha consegnato anche i riconoscimenti a un’organizzazione e all’arma che si sono messi in luce nei tre circuiti

Si è chiusa un’altra stagione dei circuiti Armi e Tiro. La diciassettesima per il Tiro cacciatori, il più “anziano” dei tre, al quale si sono aggiunti nel corso degli anni anche il circuito dedicato al Cinghiale corrente e quello riservato alle lunghe distanza. Come è tradizione, la sala convegni della Edisport editoriale, la casa editrice di Armi e Tiro, ha ospitato l’evento che, di fatto, chiude la stagione agonistica, con un programma che è ormai una tradizione: riunione alla mattina per aggiornare regolamenti e calendari; premiazioni il pomeriggio, con consegna del ricco montepremi (anche quest’anno oltre venti mila euro il valore dei prodotti messi in palio dal nostro pool di sponsor) ai cacciatori e ai tiratori che si sono particolarmente distinti nelle finali che hanno assegnato i titoli delle varie specialità.

Prima di iniziare a consegnare i premi, il direttore di Armi e Tiro, Massimo Vallini, ha comunicato anche i vincitori della Gara dell’anno e della Arma dell’anno, i due particolari riconoscimenti che ogni hanno la redazione di Armi e Tiro decide di assegnare a uno degli organizzatore di gare e a una carabina o a un fucile che si sia messo in luce nel corso della stagione.

Gara dell’anno è stata decretata Courmayeur: oltre a essere una delle gare con più anzianità nel circuito Armi e Tiro, quella valdostano ha avuto il merito di co-gestire nel migliore dei modi la finale del Tiro cacciatori, con altre due realtà della piccola regione (Torgnon e Bionaz) con le quali, idealmente, condivide anche questo riconoscimento. A ritirare la targa, Lorenzo Carrel del gruppo di organizzatori valdostani.

Per la prima volta da quando è stato istituito, il premio Arma dell’anno è andato a una Remington, la Sps, in particolare, che si è distinta sia nella Cacciatori sia nella Varmint. A ritirare la targa destinata alla Paganini, distributore italiano del celebre marchio statunitense, Fabio Vezzini, che dell’importatore Torinese è un agente.