I professori (di diritto penale) dicono no

L'Associazione italiana dei professori di diritto penale boccia senza appello il ddl sulla legittima difesa votato dalla Camera e al vaglio del Senato. Parole durissime L’Associazione italiana dei professori di diritto penale ha reso pubblico un comunicato nel quale esprime profonde critiche al progetto di legge di riforma della legittima difesa, licenziato la scorsa settimana alla Camera e adesso al vaglio del Senato.
“Per un verso”, si legge nel comunicato, “i difetti di formulazione tecnica della norma consegnano alla magistratura e ai consociati una nuova legittima difesa domiciliare dai contorni ancor più incerti della disciplina attualmente vigente, nei casi in cui l’aggressione avvenga “di notte” (termine di non agevole determinazione) o l’aggressore si sia introdotto nei luoghi ivi indicati “con violenza alle persone o alle cose ovvero con minaccia o con inganno”; si attribuisce rilevanza al grave turbamento psichico in cui versa la vittima dell’aggressione, in un contesto peraltro che nulla ha a che vedere con i casi di eccesso di reazione della vittima di cui si è occupata la magistratura”.
L’Associazione sottolinea anche che “a preoccupare sono soprattutto le linee di politica criminale che, pur attraverso una tecnica legislativa del tutto incoerente, farraginosa e contraddittoria, rischiano di consegnare ai consociati messaggi distorti sugli effetti dell’ampliamento per via normativa degli spazi di liceità della condotta difensiva; che siano giustificate anche reazioni sproporzionate rispetto ai beni messi in pericolo; che la nuova disciplina si traduca in uno strumento di effettivo rafforzamento della tutela dei beni della vittima”.
Il comunicato (scaricabile integralmente cliccando sull’allegato) si conclude con la dichiarazione che “L’Associazione italiana dei professori di diritto penale esprime netto dissenso per la riforma della disciplina della legittima difesa che si va profilando e che presenta elementi non compatibili con il quadro delle garanzia consacrate nella Costituzione e nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.