Equipaggiare gli autisti: ma con cosa?

In provincia di Grosseto, Forza Italia propone di dotare gli autisti di bus di "strumenti idonei di legittima difesa". Ma la normativa italiana in materia desta più di una perplessità… La proposta viene da un consigliere provinciale di Forza Italia a Grosseto, che vuole portarla a livello regionale: dotare gli autisti di mezzi pubblici di “strumenti idonei alla legittima difesa”. «C’è una categoria che oggi più che mai ha bisogno di essere tutelata», ha affermato il consigliere Marco Biagioni, «lo dimostrano gli ultimi episodi di cronaca che sia a Siena e sia a Follonica, come successo anche in passato in altre o nelle stesse località, hanno sconvolto la comunità per la loro gravità: i conducenti dei mezzi pubblici si trovano a contrastare un fenomeno più che mai preoccupante, quello dell’aggressività verbale e della violenza vera e propria usata dagli stranieri (negli ultimi casi si tratta di richiedenti asilo), ai quali evidentemente è concesso tutto, ma proprio tutto. Basta chiedere un biglietto e svolgere in maniera corretta il proprio lavoro per essere presi a calci o a pugni sotto gli occhi dei passeggeri, anch’essi inermi davanti a tanta arroganza. Per non parlare poi di quando viene chiesto a qualche passeggero di scendere per questioni di atteggiamenti molesti o inaccettabili. Come Forza Italia ci stiamo muovendo per presentare una mozione a livello regionale, che permetta di dotare questa categoria di lavoratori di strumenti idonei alla legittima difesa: a questo documento sta già lavorando anche il nostro capogruppo in consiglio regionale, Stefano Mugnai, in modo da portare presto alle attenzioni della Regione questa possibilità, che renderebbe molti dipendenti delle compagnie di trasporto più sicuri nello svolgimento del proprio lavoro. Anche perché episodi come quelli di Siena e di Follonica sono purtroppo all’odine del giorno. Invitiamo anche i sindaci a fare in modo che questo avvenga, schierandosi dalla parte di chi opera nel settore del trasporto e concordando assieme in che modo agire e muoversi. A questo proposito sarebbe interessante convocare un tavolo sull’argomento, che riunisca le autorità regionali, provinciali e locali, oltre ai rappresentanti della prefettura e della questura. L’allarme è diventata emergenza».
Per parte nostra, non possiamo fare a meno di considerare positivamente questa proposta, considerando l’esposizione ad attacchi criminali a cui si trovano esposti i conducenti di autobus ma anche i controllori di mezzi pubblici e treni. Resta, però, il problema tecnico su quali effettivamente possano essere gli strumenti di autodifesa con i quali equipaggiare queste figure a rischio: lo spray antiaggressione? Ma in un ambiente chiuso ed eventualmente densamente popolato quale potrebbe essere l’autobus, è facile prevedere una intossicazione di massa (autista compreso). La pistola? Ovviamente nessun politico si assumerà la responsabilità di trasformare i conducenti e controllori in “sceriffi” o, peggio, “giustizieri” (perché questi saranno i termini che verranno utilizzati, lo sapete bene). E d’altro canto, la normativa italiana in materia di armi non consente grande elasticità: gli storditori elettrici potrebbero essere una soluzione molto utile, ma l’articolo 4 della legge 110/75 esplicitamente ne proibisce il porto; le pistole non letali, come le 12 Sapl o le 10×22 Traumatic sono assimilate in tutto e per tutto alle armi da fuoco, incontrando quindi i medesimi limiti legislativi. Una delle poche alternative consentite al momento è rappresentata dalle pistole a Co2 in calibro .43, che sparano palle in gomma o polvere marcante inclusa in cera, nate però più che altro con scopi addestrativi e la cui efficacia nella difesa personale è ancora da dimostrare. Questa notizia, quindi, deve più che altro avere lo scopo di consentire una riflessione, ma a livello nazionale più che locale, sul fatto che la questione della legittima difesa ha più sfaccettature, le quali devono necessariamente essere affrontate in modo organico e a tutto tondo, per garantire una vera utilità pratica: sia dal punto di vista normativo, sia anche dal punto di vista tecnico.