Boom boom papà!

Boom boom papà, Anna Dormio (2020), particolare

Una giovane artista, figlia dell’armiere Mario Dormio di Monopoli (Ba), espone armi ritagliate su parete all’ex stabilimento manifattura tabacchi a Firenze, fino al 26 luglio. Le armi che meravigliano e l’arte che fa rivedere preconcetti!

Mario Dormio, con legittimo orgoglio di padre, segnala una mostra d’arte il cui tema è ” la meraviglia” in corso dal 1° giugno e fino al 26 luglio 2020 a Firenze. “Tra le opere esposte vi è una che ha affrontato l’argomento armi in maniera inusuale, con lo sguardo innocente, giocoso, affettivo, di una giovane artista che da bimba era interessata a sfogliare i cataloghi e le riviste di armi (tra le quali non mancava Armi e Tiro!) tenute in casa dal papà. L’artista è mia figlia!”.

L’opera Boom boom papà di Anna Dormio è in esposizione all’interno de “La meraviglia”, mostra finale delle residenze d’artista di manifattura tabacchi, in via delle Cascine 33, a cura di Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze.
Ecco il testo critico della curatrice Caterina Taurelli Salimbeni.

Immaginare diversamente attraverso l’arte

Anna Dormio
Boom boom papà (2020)
Ritagli di carta su parete
Dimensioni variabili. Esistono delle opere d’arte che non si lasciano intrappolare all’interno di un’interpretazione univoca, ma che hanno piuttosto la forza di accendere l’immaginazione altrui, al punto da far rivedere posizioni e preconcetti. Boom boom papà è una di queste. Realizzata durante un periodo di sei mesi di residenza a Firenze, l’opera di Anna Dormio (Monopoli, 1994) trova le sue radici nel rapporto dell’artista stessa con il padre, titolare di un’armeria. L’immaginario impresso su questa ampia parete bianca proviene dalle memorie di infanzia dell’artista, intrise dell’odore, del suono e del contatto con i cataloghi e le riviste di armi da fuoco. In contrasto con la percezione comune che lega l’immagine della pistola alla violenza, alla guerra e al potere, Anna Dormio invita l’osservatore a un inversione del pensiero e lo fa attraverso un’intuizione semplice: prendere il pericolo insito in un’arma e trasformarlo in carta. È un gioco di prospettive. La parete si impone nello spazio e alla visione, sembra di coglierla in un solo momento, ma è una sensazione erronea. Avvicinandosi a questo muro bianco la sensazione cambia, la scala si inverte e diventiamo piccoli, piccoli come le centinaia di pistole che ci troviamo in alto, in basso, a destra e a sinistra. Ognuna è un ritaglio che l’artista ha ricavato dai cataloghi di armi dell’archivio personale del padre. Ogni ritaglio è un ricordo, è un avvicinarsi e allo stesso tempo un allontanarsi, esattamente come il gioco che si crea tra lo spettatore e l’opera, tra lo spettatore e l’idea che un’arma provoca. L’elemento artigianale, manuale e la componente seriale e archivistica sono per Anna Dormio due fattori di innesco attraverso i quali l’artista alimenta la sua ricerca, che trae dall’infanzia un impulso, mentre è interessata a disinnescare quelle percezioni che proprio nell’infanzia trovano il loro radicamento. Ciascuna sagoma, per quanto finemente ricavata e reale nella sua forma bidimensionale, sussurra “questa non è un’arma”. L’eterno conflitto tra immagine e identità, tra ciò che appare e ciò che è, in Boom boom papà si dissolve, un po’ nel gioco, un po’ nella delicatezza con la quale l’artista permette all’osservatore di risolverlo o di immaginarlo diversamente.