Referendum sulla caccia: autogol degli animalisti?

Il presidente di Federcaccia, Massimo Buconi, commenta a caldo la proposta di referendum abrogativo della 157/92, evidenziando alcuni aspetti che possono far pensare che gli animalisti abbiano realizzato un vero e proprio autogol

Le associazioni venatorie sono in fermento dopo la notizia dell’avvenuto deposito in Cassazione della proposta di referendum per l’abolizione della legge quadro sulla caccia 157/92. In particolare il presidente di Federcaccia, Massimo Buconi, ha diffuso a caldo un filmato nel quale evidenzia alcuni aspetti a nostro avviso molto interessanti e importanti sulla questione.

Il primo di questi è, innanzi tutto, la deplorazione per il fatto che si sia scelto un momento così drammatico per il Paese, messo letteralmente in ginocchio dal punto di vista economico e sociale dalla pandemia di Covid-19, per proporre un referendum su un tema che risulta divisivo come pochi, proprio quando invece sarebbe il momento di ritrovarsi tutti uniti.

Al di là di questo aspetto, sono tuttavia due i temi sintetizzati da Buconi, che potrebbero far pensare che gli animalisti, in questo caso, abbiano messo a segno un vero e proprio autogol: il primo è relativo al fatto che la legge 157/92 è, sì, la “legge quadro sulla caccia”, ma innanzi tutto, come recita il suo stesso titolo, è la legge che dispone “norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma“. Tra l’altro è appena il caso di ricordare che è proprio la legge 157/92 a stabilire che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato. Una sua cancellazione netta, comporterebbe probabilmente la sospensione dell’attività venatoria, ma anche una vera e propria deregulation sulla tutela della fauna, con effetti potenzialmente devastanti (molto più devastanti di quanto non si voglia attribuire alla caccia, che è attività invece rigidamente regolamentata e che, attraverso una gestione ispirata a criteri scientifici, contribuisce all’equilibrio tra le specie in un contesto fortemente antropizzato, nel quale l’ambiente ha ormai perso le sue capacità di autoregolamentazione). Il secondo aspetto è che, come sottolineato dal presidente Buconi, questo attacco frontale ai cacciatori e all’attività venatoria nel suo complesso, senza alcun distinguo e senza alcun limite, costituirà probabilmente l’occasione perfetta perché si riesca a conseguire compiutamente quella unità del mondo venatorio da sempre invocata.