Zanardini Bristol Nitro express: un gioiello per la caccia grossa

Un express costruito secondo i canoni più tradizionali, che mantiene una linea leggera e aggraziata nonostante i cinque chilogrammi. Degno di nota il calciolo "tecnologico" made in Zanardini

Testo di Flavio Gandini – Foto di Renzo Molteni

La creatura di Zanardini è un express di altissima levatura, che denuncia immediatamente la propria destinazione africana.
La scelta del calibro è già indicativa del carattere esclusivo di questo mastodonte: il .577 Nitro express non è alla portata di tutti, sia per quanto riguarda le reazioni allo sparo, sia per gli elevati costi di esercizio legati al prezzo proibitivo delle cartucce per express.
Un oggetto esclusivo insomma, ispirato alla grande tradizione armiera inglese dell’epoca d’oro ma che, nello stesso tempo, fruisce di alcuni accorgimenti stilistici e meccanici volti a rendere più piacevole l’uso e l’estetica dell’arma.
I fucili prodotti dalla Mapiz vengono studiati sulla base delle richieste del committente: nel caso specifico, le richieste erano relative a un’arma studiata appositamente per la caccia all’elefante, camerata in .577 Nitro express.
La bascula è nata per sopportare le reazioni del poderoso calibro senza, per questo, eccedere con gli ingombri oltre quanto richiesto dai quasi 500 kgm di energia erogati con ogni colpo.
Il problema di un express di grosso calibro, infatti, è che le sezioni resistenti devono essere quantomeno generose, per riuscire ad assicurare la massima robustezza e durata nel tempo: questo, inevitabilmente, comporta spesso una notevole pesantezza di linee, solo parzialmente recuperata da una fine incisione. Per ovviare a questo difetto, Zanardini ha studiato il profilo della bascula in modo da alleggerire il più possibile il profilo delle parti non soggette a fatica: la tavola di bascula mantiene un ottimo spessore, grazie agli armoniosi rinforzi laterali a forma di "S" che si raccordano ai seni, mentre il petto ha un piacevole profilo arrotondato che stacca nettamente dai profili squadrati delle cartelle.
Queste ultime custodiscono un classico acciarino a molla indietro tipo Holland & Holland, praticamente un must in realizzazioni di questo tipo. Lo scatto è bigrillo, con il grilletto anteriore snodato per evitare lesioni al dito indice sotto il rinculo della seconda canna.
Il peso di sgancio, volutamente sostenuto, è di 2.500 grammi per la prima canna e 3.000 per la seconda. Ciò nonostante, la sensazione è quella di una maggiore leggerezza, grazie al funzionamento secco e rapido nonché alla forma e alla posizione ineccepibile dei grilletti.

La chiusura è una triplice Purdey, costituita da una coppia di tasselli che si inseriscono entro altrettanti ramponi sotto le canne e da un terzo tassello superiore, che vincola un’appendice sporgente dal centro delle culatte.
Gli estrattori sono automatici: in effetti, piange un po’ il cuore a veder proiettati violentemente indietro bossoli che costano più dell’oro, ma non si può fare a meno di apprezzare la precisione con cui è realizzato il dispositivo di espulsione, che contribuisce ad aumentare il valore dell’arma.
L’apertura è affidata alla classica chiave superiore, dietro alla quale è situato il cursore della sicura. In un fucile nel quale tutto è mastodontico, forse è proprio quest’ultimo particolare ad apparire leggermente sottodimensionato, con conseguente difficoltà di manovra con mani sudate.
Le canne, assemblate a demibloc, hanno uno spessore molto generoso per tutta la loro lunghezza, tanto da sopportare con disinvoltura alcuni colpi sparati in successione senza scaldarsi in modo fastidioso, nonostante i cento grani di polvere "bruciata" ogni volta per lanciare un proiettile che pesa il quadruplo di quello di un .308 Winchester.
Pregevolissima, per aspetto e realizzazione, la leva di sgancio dell’astina. Priva di molla, deve essere ruotata di 90° per liberare il pezzo, e scorre in una sede scavata ad arte soltanto dal lato del movimento, in modo da rimanere parzialmente protetta dal legno quando si trova in posizione di chiusura.
La sua faccia superiore e quella della piastra che le si contrappone sono finite a bastoncino, come la tavola di bascula e la parte inferiore del monoblocco.
Il legno è in noce europeo, con venature di pregio e un’ottima finitura a olio.

Il calcio è piuttosto dritto ma, in compenso, è dotato di un’appoggiaguancia dal rilievo abbastanza sostenuto.
L’impugnatura è a pistola, con pannelli zigrinati a mano. La coccia è ornata da una bella tabacchiera, destinata ad accogliere i percussori di ricambio. La linea della pala è snella e filante, sensazione accresciuta ulteriormente dall’astina bassa e corta che quasi svanisce verso la metà delle canne.
L’imbracciata è rapida e confortevole: il fucile trasmette un’immediata sensazione di controllabilità, anche grazie al peso. Quest’ultimo, a dire la verità, è difficilmente intuibile finché non si afferra il fucile. In effetti, siamo intorno ai 5.000 grammi per una doppietta "falsa magra" che è, però, perfettamente bilanciata.
All’interno di un prodotto tradizionale c’è, comunque, spazio per la tecnologia e l’innovazione: in particolare il calciolo in gomma, studiato dallo stesso Zanardini in società con un’azienda specializzata nel settore, è completamente nuovo. Il materiale, morbidissimo, ha una struttura a resistenza differenziata, che si comprime progressivamente all’atto dello sparo fino ad assorbire una percentuale dell’energia di rinculo che si aggira intorno al 40%. Le doti di questo accessorio, apparentemente poco significativo, sono tali da rendere più che sopportabile anche un buon numero di colpi consecutivi di .577 Nitro express (e simili) senza dover ricorrere a freni di bocca che, su un express del genere, corrisponderebbero a un’eresia.
All’atto pratico, nonostante la morbidezza del calciolo non si avverte nessuna incertezza durante l’imbracciata, che resta rapida e solida.
Non un solo millimetro della bascula è privo di incisioni. Un elefante in vista frontale occupa una buona metà del petto di bascula, mentre altri cinque pachidermi (due sul lato sinistro e tre sul lato destro), inseriti in un ornato floreale, sono cesellati a mano sulle cartelle. L’artista, un allievo del bresciano Medici, ha portato a termine un bassorilievo che, oltre a richiedere una perizia notevole, deve aver richiesto un notevole numero di ore.
Le decorazioni interessano anche la leva di sgancio dell’astina con relativa piastra di battuta, la protezione della coccia, la guardia e i grilletti, i primo e l’ultimo tratto delle canne, la rampa del mirino e quella ancora più lunga della tacca di mira. Due scritte in corsivo, riportate in oro sulle canne, permettono di identificare il costruttore e il legittimo proprietario di questo fucile che, non contento di passare alla storia del collezionismo d’armi con questo prodotto, ha già ordinato un "gemello" in .460 Weatherby.

In relazione alla distanza di tiro ridotta che interessa l’attività venatoria alla quale il Bristol è destinato, non esiste alcuna predisposizione per il montaggio dell’ottica.
Il mirino, solido e squadrato, sovrasta una generosa rampa e presenta il classico riferimento cilindrico in ottone che consente di trovare facilmente il giusto allineamento anche in condizioni di luce scarsa. Allo stesso scopo sono destinati i riferimenti bianchi che si trovano sulle tre fogliette della tacca di mira. Quest’ultima si trova in posizione abbastanza arretrata, e campeggia al termine di una massiccia rampa in acciaio.
La prima foglietta, partendo dal calcio, è registrabile in derivazione, ma non reclinabile. La distanza per la quale è tarata corrisponde a 25 metri e la faccia esposta al tiratore è finemente zigrinata, in modo da evitare i riflessi. Immediatamente dietro si trovano le due fogliette ribaltabili, più alte, destinate al tiro sui 50 e sui 75 metri.
La prova di rosata ha dato ottimi risultati, sebbene la distanza di 80 metri sia praticamente al limite superiore di utilizzo, almeno per quanto riguarda la caccia all’elefante. I due colpi, sparati con munizioni commerciali Kynoch con palla di 750 grs, distano tra loro circa 60 mm.
La risposta del fucile è stata ottima, grazie al già lodato calciolo e al peso consistente, che si traduce in un’utile inerzia. Le cartucce, nonostante siano decisamente potenti, provocano una spinta poderosa che, però, non è secca come quella, per esempio, del .30-378 Weatherby magnum o del .300 Remington Ultra magnum.
Il rilevamento è vistoso, ma l’allineamento si recupera con discreta rapidità grazie al corretto bilanciamento e all’ottima sagoma della calciatura.
Durante la prova abbiamo apprezzato anche il supporto offerto dall’astina e dall’impugnatura, che permettono una presa sicura in ogni condizione.
Il Bristol è un express che celebra la caccia più estrema, attraverso qualità altrettanto estreme. In un’epoca nella quale polimeri e lamiere stampate sono la regola, un prodotto elitario come questo ha un’importanza che va oltre la semplice funzionalità, poiché serve a dimostrare che l’arte armiera di "vivere" un’arma, e non solo di costruirla, non è andata perduta.
In quest’ottica, Zanardini ha saputo coniugare l’austera rigidità del più canonico schema Holland & Holland con una linea leggera ed elegante, dimostrandosi padrone delle complesse variabili delle forze che entrano in gioco con una chiusura basculante, la più complicata e, insieme, affascinante che l’uomo sia stato capace di inventare.

L'articolo completo è stato pubblicato su Armi e Tiro – aprile 2002

Costruttore: Mapiz di Zanardini
Modello: Bristol
Tipo: fucile basculante a due canne giustapposte
Calibro: .577 Nitro express
Funzionamento: caricamento successivo
Canne: lunghe 600 mm, con rigatura a 4 princìpi con andamento destrorso
Percussione: cani interni su cartelle laterali, percussori a lancio inerziale
Chiusura: triplice Purdey
Estrattori: a espulsione automatica, con puntoni caricati da molle
Mire: mirino fisso, tacca di mira a tre fogliette tarate a 25, 50 e 75 metri
Scatto: bigrillo, con grilletto anteriore snodato
Calciatura: in noce europeo, con impugnatura a pistola e appoggiaguancia bavarese
Peso: 5.300 grammi circa
Lunghezza: 1.020 mm
Materiali: acciaio al carbonio
Finitura: canne brunite, bascula incisa a mano a bassorilievo
Caratteristiche balistiche: .577 Nitro express Kynoch con palla da 750 grs: V0=1.457 ft/sec, (444 m/sec), E0= 3.685 ft.lbs (489 kgm)
Numero del Catalogo nazionale: 4.058 (arma da caccia)