Un controllo wireless sulle armi?

L’Associazione ebraica per la conservazione del diritto a possedere armi (Jews for the preservation of firearms ownership, Jpfo) ha reso noto un progetto sviluppato dall’Università del Delaware, che definire utopistico è riduttivo

L'Associazione ebraica per la conservazione del diritto a possedere armi (Jews for the preservation of firearms ownership, Jpfo) ha reso noto un progetto sviluppato dall'Università del Delaware, che definire utopistico è riduttivo. Il progetto, sviluppato da Marco Portnoi e Chien Chung Shen del dipartimento di computer e scienze informatiche, si propone infatti di creare una rete wireless in grado di "dialogare" con le armi da fuoco possedute dai cittadini, inibendone così l'uso in determinate aree (per esempio i campus universitari). In tal modo, secondo gli inventori, si riuscirebbe a contrastare efficacemente il rischio di omicidi di massa. 

La critica della Jpfo non fa particolari sconti, visto che paragona i due programmatori ai protagonisti del film comico-trash "Scemo e più scemo", interpretato da Jim Carrey e Jeff Daniels, ma anche ai meno esperti di informatica appare evidente che la teoria presenta numerose crepe: innanzi tutto, perché è impensabile riuscire a eseguire il retrofit sui milioni di armi attualmente circolanti negli Stati Uniti (con il risultato grottesco che l'unica arma funzionante nel campus potrebbe proprio essere quella dell'aggressore!), in secondo luogo perché non sarebbe affatto difficile bypassare il dispositivo ed escluderlo. 

Allo stato attuale della tecnologia, certe cose devono (e forse è meglio così) restare confinate nelle aule dell'Università. Anche se, forse, più che in quelle del dipartimento di informatica, forse starebbero più a loro agio nella facotà di filosofia…