Steyr Ssg 04 calibro .308 Winchester

Vai alla galleria delle fotoNon si può dire che la Steyr sia stata prolifica in fatto di carabine dedicate al settore militare e law enforcement, se si considera che fino a poco tempo fa l’azienda puntava ancora sull’Ssg 69, arma progettata alla fine degli anni Sessanta che, anche se rivista e aggiornata, manteneva sempre un’anacronistica chiusura posteriore. La svolta è arrivata qualche anno fa con lo Steyr Scout, disegnato da Jeff Cooper e impiegat… [

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] Non si può dire che la Steyr sia stata prolifica in fatto di carabine dedicate al settore militare e law enforcement, se si considera che fino a poco tempo fa l’azienda puntava ancora sull’Ssg 69, arma progettata alla fine degli anni Sessanta che, anche se rivista e aggiornata, manteneva sempre un’anacronistica chiusura posteriore. La svolta è arrivata qualche anno fa con lo Steyr Scout, disegnato da Jeff Cooper e impiegato nella guerra in Kosovo. Si trattava di un’ arma corta per il tiro all’imbracciata, che è stata successivamente aggiornata per un utilizzo sniper più convenzionale, dando origine al modello Elite. Il modello Ssg 04 costituisce un’ulteriore evoluzione e specializzazione dell’idea originale, che spinge al vertice le possibilità di precisione intrinseca del progetto, a livelli veramente sorprendenti. Invece di utilizzare il sistema di chiusura posteriore, tanto caro alle armi da tiratore scelto di casa Steyr, il fucile ha optato per il più moderno Sbs (Safe bolt system), nato alla fine del secondo millennio. L’otturatore è caratterizzato da quattro tenoni di chiusura posti in testa, disposti in coppia a 180 gradi tra loro. I due tenoni anteriori, di dimensioni maggiori rispetto ai posteriori, chiudono in appositi recessi ricavati nell’azione, mentre i due posteriori vanno a inserirsi in un’ apposita boccola all’interno dell’azione, avvolgendo di fatto la testa dell’ otturatore e bloccando in posizione l’estrattore. Questo manicotto flottante è studiato per riposizionarsi sempre nello stesso modo (anche se ruotato inavvertitamente durante la pulizia dell’arma) e serve a bloccare ogni fuga di gas e a rinforzare ulteriormente la testa dell’otturatore, soprattutto nella zona dell’estrattore. Questa boccola aumenta notevolmente la resistenza alle pressioni distribuendole uni- formemente su tutta la superficie dell’azione e di conseguenza, grazie a questo sistema brevettato da casa Steyr, il fucile può resistere fino a 120.000 psi, ovvero 8.274 bar. Non dimentichiamo che le pressioni massime consentite di un .308 Winchester sono di 4.150 bar. Il sistema Sbs adottato sull’Ssg 04, oltre a essere molto robusto, ha i tenoni di chiusura disegnati in modo da ridurre la rotazione dell’otturatore a soli 70 gradi e la testa è di tipo avvolgente, ovvero accoglie il rim della cartuccia al suo interno. Per ulteriore sicurezza, la manetta di armamento in fase di chiusura va a inserirsi in un apposito scasso ricavato nell’azione, che funge quindi da ulteriore tenone di sicurezza. Il corpo dell’otturatore presenta una coppia di fresature longitudinali, che curvano alle estremità. Queste fresature, abbastanza profonde, servono a rompere il ghiaccio in caso di congelamento dell’otturatore o, in alternativa, a canalizzare ed espellere gli eventuali residui di fango o sabbia nell’impiego operativo. Nella parte posteriore dell’otturatore è presente un foro dal quale protrude la coda del percussore quando quest’ultimo è armato, per avvisare il tiratore che l’arma è pronta al fuoco. Sulla codetta dell’azione è posta la ghiera della sicura, a tre posizioni: quando scopre un puntino rosso indica l’arma pronta al fuoco, se il puntino è bianco il percussore è bloccato ma l’otturatore può essere manovrato per sostituire il colpo in canna; un punto bianco e un rettangolo grigio evidenziano l’arma totalmente in sicura, con otturatore e percussore bloccati. Partendo da questa posizione, per poter sparare bisogna premere il pulsante rettangolare e, contemporaneamente, ruotare la ghiera in avanti. Questa soluzione è stata voluta per evitare che inavvertitamente il fucile possa passare da una posizione di sicura a una di fuoco. La sicura ha anche il compito di liberare l’otturatore per consentirne la rimozione per la manutenzione. Questa soluzione risulta, però, alquanto complicata in quanto per rimuovere l’otturatore dalla sua sede bisogna prima portarlo in apertura e arretrarlo leggermente, quindi inserire la sicura sulla posizione di blocco totale (prima che il noce vada a coprire la ghiera) e quindi sfilarlo. L’ appoggiaguancia regolabile, però, deve essere sollevato al massimo, in caso contrario contrasta con la coda dell’otturatore e ne impedisce la rimozione. L’ azione è chiusa (la finestra di espulsione è ridotta al minimo indispensabile), per conferire una maggiore rigidità. Nella parte superiore, una slitta a norme Stanag consente il montaggio di ottiche dotate sia di attacchi Weaver sia Std Mil 1913. Il pacchetto di scatto è montato sotto la coda dell’azione. Al centro dell grilletto è presente una vite di regolazione che consente di tarare il peso di sgancio da un minimo di 1.000 a un massimo di 2.000 grammi. Sul lato destro si nota un traversino vincolato posteriormente alla ghiera della sicura: azionato da quest’ultima, scorre in avanti e all’indietro interrompendo la catena di scatto e azionando il perno di bloccaggio dell’otturatore in chiusura. È forse la parte più curata del fucile ed è quella che gli conferisce un’elevata precisione. Ottenuta per rotomartellatura a freddo, al suo interno ha quattro righe ad andamento destrorso con un passo di 1: 12” (305 mm). In volata è montato un rompifiamma lungo 50 millimetri, a tre camere di espansione, con sfiati a 180° destinati a ridurre sia la vampa di bocca sia il rinculo. Una serie di sottili lavorazioni verticali sulle pareti posteriori delle camere di espansione serve a ridurre la turbolenza dietro al proiettile. Anteriormente, il rompifiamma ha il vivo di volata a cono rovesciato per eliminare il rischio di danneggiamenti a seguito di urti accidentali. La canna, rispetto alla calciatura, è perfettamente flottante a parte i primi sei millimetri che svolgono la funzione di supporto dell’intero peso della canna, riducendo le torsioni a carico della filettatura del fucile che a loro volta vanno a interagire con l’azione dell’arma. La calciatura è in Zytel, un particolare polimero rinforzato con fibra di vetro ed è ottenuta per stampaggio. Nella parte posteriore la pala del calcio è dotata di un appoggiaguancia regolabile in altezza. L’impiego e la regolazione sono facili in quanto l’appoggiaguancia è spinto verso l’alto da una molla a lamina, mentre sulla destra una leva a frizione lo blocca in posizione: per regolarlo basta imbracciare il fucile, appoggiarci la guancia e spingere verso il basso l’ appoggiaguancia fino a quando la pupilla non è allineata con l’ottica. A questo punto è sufficiente bloccare la vite di ritegno. Anche il calciolo è regolabile in lunghezza e in altezza: nel primo caso occorre rimuovere il calciolo in gomma e con un cacciavite aggiungere o togliere distanziali per ottenere la lunghezza desiderata. Per regolarlo in altezza, invece, è sufficiente allentare la ghiera a farfalla di ritegno e far scorrere il calciolo sull’apposito binario. Questa regolazione è comoda per quando si spara da seduti in quanto, spesso, il calcio del fucile risulta troppo basso per la spalla del tiratore e di conseguenza appoggia solo la parte superiore del calcio contro la spalla. Grazie a questa regolazione si può posizionare il calciolo al centro della spalla e di conseguenza il puntamento dell’arma è più preciso e il rinculo è assorbito uniformemente. Il calcio è fissato all’azione da due viti, con pillar bedding in alluminio. Le due viti che vincolano l’azione alla calciatura hanno la testa forata in quanto, a loro volta, devono accogliere le due viti di Allen destinate al ritegno della gondola di protezione del caricatore. Un sistema alquanto ingegnoso o, forse, una complicazione inutile: sta di fatto che quando si smonta il calcio prima bisogna estrarre la gondola destinata ad alloggiare il caricatore, poi si svitano le due viti di ritegno del calcio. Il fucile è completato da un bipede Harris che si aggancia all’attacco della maglietta anteriore. Il caricatore è di tipo prismatico bifilare a doppia presentazione, con una capacità di 10 colpi. È in Zytel e incorpora nello zoccolo il sistema di vincolo al bocchettone di alimentazione, costituito da due ganasce contrapposte tenute in estensione da due mollette. Il sistema è abbastanza inconsueto. La maggior parte dei fabbricanti preferisce il sistema di sgancio montato sull’arma ma il sistema Steyr offre un grande vantaggio: è sufficiente afferrare il caricatore per sganciarlo dalla sua sede e non è necessario azionare pulsanti e leve sull’arma. Normalmente, i caricatori hanno una sede delle cartucce lunga circa 72 mm, ovvero poco più della lunghezza massima prevista dalla norme Cip, mentre quello della Steyr è lungo circa 80 mm e di conseguenza permette l’utilizzo di cartucce più lunghe: il che si traduce nella possibilità di variare anche pesantemente il free bore, cosa non sempre possibile nelle armi con caricatore a pacchetto. Per la prova di tiro ci siamo recati al poligono di Somma Lombardo (Va), in una assolata giornata estiva, calda ma anche con una leggera brezza. Abbiamo utilizzato un cannocchiale Zeiss Hensoldt 6-24×72 con reticolo tipo Mil Dot montato sul secondo piano focale. Dopo una rapida e semplice taratura abbiamo iniziato la prova sparando a una serie di barilotti posti alla distanza di cento metri. Per tutte le prove di tiro abbiamo utilizzato bossoli Frontier e inneschi Cci, mentre abbiamo variato sia il tipo di palla sia le polveri. Come prima ricarica abbiamo utilizzato palle Norma Vulkan di 180 grani spinte da 41 grani di Vihtavuori N140, con le quali abbiamo ottenuto subito un risultato notevole grazie a una rosata di cinque colpi contenuta in 18 mm. Soddisfatti, abbiamo provato una ricarica molto simile alla precedente, nata anche questa per la caccia: una palla Sierra Soft point di 180 grani spinta da 40 grani di N140, con la quale abbiamo ottenuto una rosata di 22 mm, ovvero 4 mm in più rispetto alla precedente. Siamo poi passati a cartucce da competizione e abbiamo voluto spingere un po’ di più del solito le nostre ricariche. Abbiamo iniziato con una palla Sierra Matchking di 175 grani propulsa da 41 grani di Vihtavuori N140, capace di sviluppare alla bocca una velocità di 763 metri al secondo. Con questa ricarica abbiamo ottenuto un notevole risultato: cinque colpi in soli 14 mm. Siamo poi passati alle palle di 168 grani e abbiamo provato una prima ricarica, propulsa da 42 grani di Norma 202, con la quale abbiamo ottenuto una rosata di 16 mm, risultato leggermente inferiore rispetto al precedente. Infine abbiamo voluto provare un’ultima ricarica mantenendo lo stesso peso di palla ma optando per una carica di 43 grani di N140 e abbiamo ottenuto una strepitosa rosata di soli 11 mm, ovvero un unico foro leggermente allargato. A questo punto abbiamo dato 17 click di alzo al nostro cannocchiale e abbiamo portato il nostro bersaglio a 300 metri. Qui abbiamo iniziato veramente a provare il fucile, utilizzando le cartucce caricate con palla di 168 grs e 43 grani di N140. Grazie al leggero vento laterale, appena un refolo, il miraggio risultava abbastanza contenuto nonostante il calore. Inoltre si riuscivano a vedere i fori a 300 metri semplicemente con l’ottica del fucile. Pertanto ci siamo subito accorti di avere dato il numero di click corretti per arrivare nel centro del bersaglio. La possibilità di poter vedere i fori e la fortuna di avere il fucile perfettamente tarato a 300 metri ci ha spinto a concentrarci al massimo al fine di ottenere un buon risultato. E così è stato: tutti i colpi sono finiti nel “10” e abbiamo effettuato ben 3 mouche. Avendo tempo a disposizione, abbiamo cambiato il bersaglio e abbiamo provato un’ulteriore serie di 10 colpi a 300 metri utilizzando le ricariche con palla di 175 grani. Abbiamo dato due click di alzo al cannocchiale, che corrispondono a ben 60 mm a 300 metri, e iniziato la nostra prova. Abbiamo subito notato dai primi due colpi che la rosata risultava leggermente bassa, ma non abbiamo voluto intervenire sul tamburo dell’ alzo del cannocchiale e abbiamo voluto terminare la nostra “stringa” di 10 colpi senza toccare gli organi di mira. Anche in questo caso, tutti i colpi sono finiti nel “10” con 3 mouche. Esaminando i due bersagli e facendo una comparazione si nota che la rosata effettuata con palle da 175 grani è leggermente più contenuta rispetto a quella ottenuta con palle di 168 grani: un risultato inverso rispetto a quello ottenuto a 100 metri. Il merito, forse, è dovuto al peso dello palla, che ha risentito meno del vento laterale. La prova di tiro è stata di grande soddisfazione anche se, a nostro demerito, va il fatto di aver utilizzato un rest casalingo anziché il bipiede Harris in dotazione al fucile. Altra nota positiva che abbiamo riscontrato sulle linee è stata la possibilità di regolazione del calcio della carabina che, anche se di fattura spartana, è molto efficace. [

] L’articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di dicembre 2006. [

] Costruttore: Steyr Mannlicher gmbh & Co KG, 4442 Kleinraming, Austria, tel. 00.43.72.52.89.60, fax 00.43.72.52.89.653, www.steyr-mannlicher.com, office@steyr-mannlicher.com Importatore: Tfc srl, via Marconi 118/b, 25069 Villa Carcina (Bs), tel. 03.08.98.38.72, fax. 03.08.98.03.57, www.tfc.it, info@tfc.it Modello: Ssg 04 Destinazione d’uso: Tiro a segno Tipo: fucile a ripetizione manuale Calibro: .308 Winchester Funzionamento: chiusura a catenaccio, sistema Sbs Canna: lunga 600 mm, rigatura a quattro principi ad andamento destrorso con passo di (1:12”) Percussione: percussore lanciato Alimentazione: caricatore bifilare a doppia presentazione Numero colpi: 10 Estrattore: a unghia sul corpo dell’otturatore Espulsione: espulsore portato a puntone Mire: assenti; slitta Stanag per il fissaggio dell’ottica Scatto: in due tempi con un peso di sgancio regolabile tra 1.000 e 2.000 grammi Sicurezze: manuale allo scatto con possibilità di rimuovere l’otturatore mantenendo il fucile in sicura Calciatura: calcio in polimeri ad alta resistenza con appoggiaguancia e calciolo regolabili in altezza, la lunghezza del calcio è regolabile tramite distanziali Peso: 4.900 grammi Lunghezza: 1.175 mm Materiali: acciaio e polimeri Finitura: parti in acciaio brunite nere, calciatura in polimeri di colore nero Numero del catalogo nazionale: 15.495 (arma da caccia) Prezzo: 2.490 euro, Iva inclusa