Sig Sauer Sp 2022 calibro 9×21

l rapporto tra Sig Sauer e i polimeri può ormai essere considerato di lunga data, visto che è cominciato nella seconda metà degli anni Novanta del XX secolo con la produzione della semiautomatica Sig pro Sp 2340: dai modelli in 9 mm con fusto metallico del produttore svizzerotedesco fu presa la chiusura a corto rinculo Browning modificato, l’organizzazione delle sicure (solo automatiche, più leva abbatticane) e la struttu…

Il rapporto tra Sig Sauer e i polimeri può ormai essere considerato di lunga data, visto che è cominciato nella seconda metà degli anni Novanta del XX secolo con la produzione della semiautomatica Sig pro Sp 2340: dai modelli in 9 mm con fusto metallico del produttore svizzerotedesco fu presa la chiusura a corto rinculo Browning modificato, l’organizzazione delle sicure (solo automatiche, più leva abbatticane) e la struttura generale, ma con il fusto in polimeri furono introdotte innovazioni oggi considerate quasi scontate in una semiauto per l’utilizzo militare e di polizia, come il dorsalino intercambiabile e il gruppo di scatto sostituibile. La Sp 2022 costituisce un’ evoluzione di questo progetto, dimostrando di rimanere perfettamente al passo con i tempi come confermato dal cospicuo contratto di fornitura per 250 mila esemplari destinati alla Gendarmeria e alla polizia francesi. Una delle tante innovazioni della pistola risiede nel castello in polimeri che, invece di avere l’impugnatura chiusa sui quattro lati, posteriormente è aperto e viene successivamente avvolto dalle guancette: un vero guscio che si inserisce dalla parte inferiore del castello e va a coprire il fusto sia sui lati sia nella sezione posteriore. In questo modo è possibile variare le dimensioni dell’ impugnatura a seconda della mano del tiratore. Inoltre, semplicemente rimuovendo le guancette si può accedere alla catena di scatto e al gruppo cane-molla cinetica, contenuto in una sorta di scatolato a sua volta vincolato al castello per mezzo di due spine passanti. Questa soluzione permette di intervenire sul gruppo di percussione abbastanza velocemente e verificare, lubrificare e pulire le varie parti agevolmente. Inoltre, sostituendo il componente, è possibile cambiare modalità di fuoco in pochi minuti, passando da uno scatto ad Azione mista facoltativa a uno in sola Doppia azione. Molto interessante anche il sistema di ritegno della molla del cane che, invece di essere vincolata al castello o, come in alcune pistole, addirittura al dorsalino, in questo caso è indipendente in quanto scorre in un apposito guidamolla e nella parte inferiore è bloccata da un sieger.

Lo scatolato con il gruppo di percussione, come nella maggior parte delle armi con fusto in polimeri, nella parte superiore ha due flange che svolgono la funzione di guide del carrello, cui corrispondono altre due flange presenti nella parte superiore della gondola destinata alla funzione di supporto del grilletto. La leva dell’ hold open è molto lunga, in quanto giunge sino a metà impugnatura e, di conseguenza, il suo azionamento risulta molto più facile e morbido: facile, perché rispetto al sistema Colt è più vicina al pollice; morbido perché, trattandosi di una leva di notevole lunghezza, lo sforzo necessario per abbassarla è minore. Subito sotto, sempre nell’arco del movimento del pollice, si trova la leva abbatticane, con una corsa molto lunga in modo da scongiurare un eventuale azionamento involontario. Al termine della circonferenza ideale compiuta dal dito si trova il pulsante di sgancio del caricatore di forma triangolare, che può essere facilmente posizionato anche sul lato opposto per i mancini. Per aumentare la presa, le guancette sono finite a buccia d’arancia, mentre il front strap ha una serie di costolature orizzontali racchiuse tra due serie di costolature verticali. Anche il ponticello, di tipo Combat (nella Sp 2340 era arrotondato), ha una lavorazione orizzontale molto pronunciata. Un altro elemento di innovazione rispetto ai primi modelli polimerici Sig è la slitta a specifiche Nato destinata al montaggio di eventuali accessori nella parte inferiore del dust cover. All’interno di quest’ultimo, in corrispondenza della slitta porta accessori, ci sono due sedi a forma di “U”: servono per il montaggio di un microchip, completo di batteria di alimentazione. Il chip, installato sugli esemplari per polizia o forze armate, è una memoria destinata a comunicare (con sistema bluetooth) con un computer centrale e serve a raccogliere tutte le informazioni dell’arma: il numero di matricola, i colpi sparati, le riparazioni subite e tutto ciò che può servire. La memoria, molto versatile, può essere adeguata e configurata con un apposito software che, raccogliendo i dati di tutte le armi in distribuzione in uno specifico gruppo (la stazione di polizia, per esempio), consente anche di ricavare dati statistici. Il carrello è realizzato in un solo pezzo di acciaio inox finito con una nitrurazione nera opaca (definita Nitron) e ha punti di presa molto ampi e lunghi. La finestra d’espulsione è squadrata e svolge la funzione di punto di chiusura, contrastando con la sua estremità anteriore con la spalla prismatica della camera di scoppio della canna. Al centro della finestra di espulsione si trova un piccolo traversino in acciaio finito bianco che contrasta notevolmente con il resto dell’arma: è l’avvisatore di colpo in canna, che viene sollevato dal rim della cartuccia. Il nottolino si solleva nettamente dal piano del carrello ed essendo sulla linea di mira è perfettamente visibile dal tiratore in punteria. Però, non è sufficientemente alto per andare a interferire con l’allineamento degli organi i mira con il bersaglio.

Il sistema non è del tutto nuovo nella storia Sig, fu adottata una soluzione simile sulla versione della P210 destinata alla polizia tedesca (P210-4). L’estrattore è interno, costituito da una lunga molla a lamina fissata in uno scasso nell’otturatore. Gli organi di mira sono inseriti a coda di rondine e completi di riferimento bianco ottico tipo Von Stavenhagen: il mirino ha un riferimento circolare, mentre la tacca di mira ha una linea verticale al di sotto della finestra a “U”. La pistola è stata provata nel tunnel dell’importatore Bignami, alla distanza di 15 metri. Dopo aver riempito con quindici colpi i due caricatori in lamiera stampata, abbiamo provato a ingaggiare in rapida successione i cinque barilotti del bersaglio per verificare la rapidità di brandeggio e riallineamento, che giudichiamo buona. Il cambio del caricatore è abbastanza rapido e il pulsante di sgancio è posizionato in un punto ergonomico che non deve essere “cercato”, ma viene automaticamente trovato dal pollice. Il primo colpo sparato in Doppia azione è abbastanza difficile da mettere nel bersaglio in quanto la trazione si avvicina ai 5 chilogrammi, lo scatto è molto lungo e vi è anche un po’ di collasso di retroscatto. La Singola azione è tutto un altro discorso: lo sforzo richiesto è poco superiore ai 2.000 grammi, la trazione è netta e pulita con il momento di sgancio del cane perfettamente percettibile, sensazione che di può facilmente dedurre dalle rosate effettuate. Abbiamo optato per i 15 metri in quanto si tratta di un’arma per difesa e non specifica per il tiro a segno, anche in virtù della lunghezza della canna inferiore ai 10 centimetri.

Nonostante questo, però, i risultati sono stati molto soddisfacenti, tanto da consentire, secondo noi, anche un tiro mirato ludico a 25 metri: con le cartucce Rws con palla Full metal jacket di 124 grani abbiamo ottenuto una rosata di cinque colpi di 39 mm, risultato che abbiamo ulteriormente migliorato con le Geco equipaggiate di palla ramata sempre di 124 grani, con le quali siamo riusciti a stringere la rosata a 23 mm. Per le ultime due prove di tiro abbiamo cambiato marca di munizioni e siamo passate alle brasiliane Magtech, con le quali abbiamo ottenuto risultati intermedi tra le due cartucce tedesche. Nonostante le diverse configurazioni di palla i risultati sono molto simili: con la versione totalmente blindata di 124 grani abbiamo ottenuto 31 mm, mentre con la versione in piombo abbiamo ridotto la rosata di due millimetri. In sostanza, la Sp 2022 offre dimensioni compatte ma alta capacità di fuoco, sicurezza assoluta di porto e impiego, modularità, resistenza agli agenti atmosferici. Ha tutte le carte in regola per imporsi sul mercato non solo militare e del law enforcement, ma anche presso gli appassionati italiani.

Produttore: J.P. Sauer & Sohn gmbH, www.sauer-waffen.de
Importatore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 0471.80.30.00, fax 0471.81.08.99, www.bignami.it
Modello: Sp 2022 Tipo: pistola semiautomatica
Calibro: 9×21 (prodotta anche in .40 S.&W. e .357 Sig)
Funzionamento: chiusura a corto rinculo di canna sistema Browning modificato
Alimentazione: caricatore bifilare a presentazione singola
Numero colpi: 15 (12 in .357 e .40)
Lunghezza canna: 98 mm
Lunghezza totale: 187 mm
Scatto: Singola e Dooppia azione
Percussione: cane esterno
Estrattore: a unghia, interno al carrello
Sicure: automatica al percussore
Mire: tacca di mira e mirino innestati a coda di rondine con riferimenti bianco ottico
Materiali: acciaio al carbonio, carrello inox, fusto in polimeri
Finiture: trattamento Nitron nero opaco
Peso: 760 grammi
Numero del Catalogo nazionale: 16.215 (arma comune)