Salvare o distruggere l’ambiente

Mario GiardiniEnte produttori selvaggina,via Luca Valerio 69,00146 Roma, tel. 06.55.90.832,fax 06.55.99.349287 pagine con alcunefotografie a coloriTiratura limitatain 2.000 copieIl titolo, puramente provocatorio, è stato scelto non a caso dall’autore, Mario Giardini, vice presidente vicario dell’Ente produttori selvaggina. Con questo suo lavoro si affrontano le vere cause che hanno prodotto il deterioramento “dell’ambiente Italia” dagli ann… Mario Giardini Ente produttori selvaggina, via Luca Valerio 69, 00146 Roma, tel. 06.55.90.832, fax 06.55.99.349 287 pagine con alcune fotografie a colori Tiratura limitata in 2.000 copie Il titolo, puramente provocatorio, è stato scelto non a caso dall’autore, Mario Giardini, vice presidente vicario dell’Ente produttori selvaggina. Con questo suo lavoro si affrontano le vere cause che hanno prodotto il deterioramento “dell’ambiente Italia” dagli anni Sessanta in poi. Siamo passati da una gestione del patrimonio ambientale e faunistico, considerato giuridicamente come res nullius (cosa di nessuno, perché appartenente a tutti), a una più oculata interpretazione dello stesso patrimonio come cosa di tutti, a cui ognuno deve porre attenzione e preservare dallo scempio che qualcun altro potrebbe commettere. Purtroppo, però, i danni sono già stati provocati da una gestione del patrimonio alquanto approssimativa e scellerata. A partire dalla responsabilità di alcuni Enti locali e comuni, capaci di impiegare con disinvoltura e assoluto menefreghismo la legislazione sull’edilizia rurale. Così facendo, sono state realizzate “false” case rurali, sotto forma di ville e villette che hanno avuto un impatto devastante nelle zone più suggestive del nostro territorio. Giardini non ha affatto paura di mettere a nudo anche le responsabilità pubbliche, sia a livello periferico, sia a livello regionale, sia a livello centrale. Le responsabilità di quelle strutture che dovevano controllare, operare e non l’hanno fatto, oppure, quando hanno operato, lo hanno fatto con poca oculatezza, lasciando che le piccole strutture periferiche potessero “sfogarsi” di anni di incomprensioni ed egoismi personali ai danni dell’ambiente da loro “gestito”. Ancora oggi, la legge consente di edificare in aree protette (sapendo che, tanto, l’abbattimento eventuale dell’edificio avverrà dopo decenni) e impedisce la nascita di alcune strutture importanti come le aziende faunistico – venatorie. L’opera di Giardini analizza quasi esclusivamente e in dettaglio le vicissitudini della regione Lazio, lasciando intuire che nel resto del Paese i fatti non si siano svolti in modo differente.