Privati nel settore della protezione personale?

Il Consap, Confederazione sindacale autonoma di polizia e la Federpol (Federazione degli istituti di investigazione privata) si sono incontrate per approfondire il tema dell’integrazione e della collaborazione tra pubblico e privato nel comparto sicurezza. Al convegno è intervenuto anche il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico

Il Consap, Confederazione sindacale autonoma di polizia e la Federpol (Federazione degli istituti di investigazione privata) si sono incontrate per approfondire il tema dell’integrazione e della collaborazione tra pubblico e privato nel comparto sicurezza. Al convegno è intervenuto anche il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico.

Fermo restando il fatto che la sicurezza primaria debba restare in capo allo Stato, si stanno studiano nuove sinergie tra pubblico e privato, sulla base di quelle già avviate finora (steward, addetti al controllo eccetera). Si è anche analizzato e affrontato il tema, che ormai da anni si discute, della sicurezza personale (bodyguard): attraverso l’eventuale utilizzo di strutture private, che sono attualmente abilitate secondo rigide regolamentazioni, si offrirebbe un servizio più efficiente e a costi minori per lo Stato. Si potrebbero, di conseguenza, restituire molti operatori di polizia alle loro funzioni fondamentali, soprattutto nel caso in cui tale servizio fosse svolto nei confronti di soggetti a basso rischio, come per esempio personaggi dello spettacolo.

Ovviamente, rimarrebbe di competenza dello Stato i servizi riguardanti la tutela di magistrati o altri soggetti ad alto rischio.

Le istituzioni potrebbero quindi affidare agli investigatori privati, in casi particolari e con limiti ben definiti, alcune attività di tutela della persona, che a oggi sono esclusivo compito delle forze dell’ordine.