Obama ci riprova, la Nra rintuzza

Dopo la strage compiuta da un “suprematista bianco” in una chiesa di Charleston, in South Carolina, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama non si è ovviamente lasciato sfuggire l’opportunità di tornare a spingere sul tasto della proliferazione delle armi in mano ai privati cittadini, promettendo restrizioni

Dopo la strage compiuta da un “suprematista bianco” in una chiesa di Charleston, in South Carolina, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama non si è ovviamente lasciato sfuggire l’opportunità di tornare a spingere sul tasto della proliferazione delle armi in mano ai privati cittadini, promettendo restrizioni. Pronunciandosi sull’argomento, infatti, ha sottolineato come nel 2013 “oltre 11 mila americani siano stati uccisi a causa delle armi” e come il Congresso non abbia agito per impedire il ripetersi di uccisioni di massa. “Non sappiamo se la riforma delle armi avrebbe impedito quanto avvenuto a Charleston. Nessuna riforma da sola può garantire lo sradicamento della violenza. Ma se fosse passata, potremmo avere ancora con noi qualche americano. Avremmo potuto fermare un killer, avreste dovuto partecipare a meno funerali. Dovremmo essere in grado di parlare di questo problema come cittadini. Senza demonizzare quanti posseggono armi, che sono nella stragrande maggioranza persone che rispettano la legge, ma anche senza suggerire che il solo aprire il dibattito su questo rappresenti un complotto per togliere le armi a tutti. Non sono rassegnato. Sono fiducioso che alla fine faremo la cosa giusta. Abbiamo la capacità di cambiare ma dobbiamo farlo rapidamente".
 

Dall’altra parte un dirigente texano della Nra, Charles Cotton, ha fomentato il dibattito ponendo l’accento sul fatto che nel 2011 è stata approvata una legge che impedisce di entrare armati in alcuni luoghi pubblici, tra i quali appunto le chiese. “Le vittime sarebbero ancora vive se il pastore metodista (e senatore) Pinckney (tra i promotori della legge, ndr) avesse consentito di portare in chiesa la loro arma”.

 

L’affermazione di Cotton ha naturalmente suscitato polemiche infuocate (tanto che l'autore ha precisato di essersi espresso a titolo personale e non in qualità di rappresentante Nra), ma si ricollega al concetto di “gun free zone” già tristemente dibattuto nel caso dei campus universitari. Ed è ormai un fatto accertato che le stragi di massa che si sono verificate negli ultimi anni negli Usa, si sono verificate appunto in quei campus universitari nei quali è proibito portare armi, e non in quei campus nei quali il porto delle armi è consentito. La polemica prosegue, fino alla prossima strage…