Le associazioni plaudono alla decisione del Senato

Le Associazioni venatorie Federcaccia, Arci Caccia, Anuu Migratoristi, Enalcaccia e Liberacaccia, insieme al Comitato nazionale caccia e natura (Cncn) hanno pubblicato un comunicato congiunto, nel quale esprimono una valutazione positiva per l’impegno espresso dal Senato per superare la procedura d’infrazione europea sulla normativa italiana per i richiami vivi, di cui si è occupata (male) il decreto 91/2014

Le Associazioni venatorie Federcaccia, Arci Caccia, Anuu Migratoristi, Enalcaccia e Liberacaccia, insieme al Comitato nazionale caccia e natura (Cncn) hanno pubblicato un comunicato congiunto, nel quale esprimono una valutazione positiva per l’impegno espresso dal Senato per superare la procedura d’infrazione europea sulla normativa italiana per i richiami vivi, di cui si è occupata (male) il decreto 91/2014.

“La materia è complessa, riguarda sensibilità assai articolate e, giustamente, per trovare una sintesi, si sono ascoltati tutti i portatori d’interesse”, si legge nel comunicato.

“Il lavoro fatto al Senato ha coniugato i valori e l’importanza di tradizioni antiche e radicate con l’esigenza di rispondere “scientificamente” alle richieste di una corretta e sostenibile gestione e fruizione della fauna selvatica. In questo contesto occorre la massima attenzione anche per gli “uccelli da richiamo”. È priorità del mondo venatorio l’interesse di tutela e conservazione delle “specie”, nonché corrispondere a quanto l’Europa chiede per la loro detenzione e impiego nel rispetto delle norme sul benessere animale. I cacciatori italiani chiedono, senza manipolazioni strumentali, di “vivere” l’attività venatoria così come è negli altri Paesi europei, laddove la collaborazione fra cacciatori, Birdlife-Lipu e agricoltori è nella consuetudine. In Italia, i “portatori di pregiudiziali ideologiche”, anche su queste tematiche, producono “danni” a un Paese già in forte sofferenza.

L’emendamento approvato fissa con chiarezza le competenze dello Stato centrale e del Governo delegato alla scrittura delle regole di dettaglio per le reti da utilizzare, che dovranno essere identiche a quelle usate dagli altri Paesi europei e le stesse per l’inanellamento e la cattura ai fini di richiamo. Il Decreto del Governo regolamenterà inoltre i tempi, le quantità e quanto altro necessario per mettere le Regioni nella certezza del diritto ed evitare anche errori del passato. Questa è l’Europa come sanno bene i Commissari, ai quali chiediamo linearità e omogeneità di comportamenti con gli altri Paesi. La sfida in positivo, questa volta, assegna un ruolo più importante alla scienza e alla conoscenza per rendere le tradizioni compatibili con il futuro e in questo contesto l’emendamento rilancia il ruolo fondamentale e insostituibile della ricerca, anche attraverso un Istituto, l’Ispra – che deve essere messo in grado di adempiere correttamente ai propri compiti – e che talvolta si tenta impropriamente di strattonare da parte degli “estremisti” dei diversi schieramenti. L’insegnamento che raccogliamo da questa esperienza è quello di mettere ancora di più il mondo venatorio al servizio dei cittadini.

È tempo di risolvere le questioni delle nostre campagne anche in tema di fauna selvatica e confermiamo la volontà di procedere, con rinnovato impegno, alla costruzione di un “Tavolo del buon senso, della buona volontà e della collaborazione” per concorrere, anche con l’economia della gestione faunistica, ad una migliore qualità della vita per tutti e a maggiori opportunità per il Paese”.