La strage di Charleston invita (anche Obama) a riflettere

Dopo la terribile strage commessa in una chiesa di Charleston a opera di un “suprematista bianco”, si sono scatenate le inevitabili strumentalizzazioni della vicenda da parte degli anti-armi. A tal proposito, però, colpiscono (una volta tanto!) le dichiarazioni del presidente degli Usa Barack Obama (di Roberto Patrignani)

Dopo la terribile strage commessa in una chiesa di Charleston a opera di un “suprematista bianco”, si sono scatenate le inevitabili strumentalizzazioni della vicenda da parte degli anti-armi. A tal proposito, però, colpiscono (una volta tanto!) le dichiarazioni del presidente degli Usa Barack Obama: “a un certo punto come nazione dobbiamo fare i conti con il fatto che questo tipo di violenza di massa non si verifica negli altri Paesi avanzati…”.

Vale a questo punto la pena di mettere sotto la lente d’ingrandimento i numerosi fattori che rendono gli Stati Uniti, in effetti, un “Paese a sé”. Per esempio, 46 milioni di americani beneficiano di Food stamps (“buoni pasto”) in quanto aventi reddito insufficiente tramite il programma di assistenza Snap (Supplemental nutrition assistance program) e ben 32 milioni di americani non sanno leggere (il 14% della popolazione). Gli stessi valori culturali non solo sono differenti da quelli europei ma variano anche in base alle diverse etnie che compongono il mai realizzato ma idealizzato “melting pot” americano: la prima causa di decesso per afroamericani maschi tra i 15-34 anni è l’omicidio (contro il 3,8% dei bianchi o caucasici) e un afroamericano ha il triplo di possibilità di essere ucciso dalla polizia rispetto a un bianco.

A proposito: nel 2014 sono state uccise 1.149 persone dalla polizia, aventi età comprese dai 12 ai 65 anni. Di queste, più di 100 erano disarmate (dato che dovrebbe fare riflettere anche chi pensa che solo le forze dell’ordine debbano essere armate), si può seguire il dato aggiornato sull’apposito sito http://killedbypolice.net. Alle tensioni sociali e razziali si aggiunga una larghissima diffusione di videogiochi violenti, la cui influenza sul comportamento è ancora fonte di accesi dibattiti e una attività cinematografica che propone modelli di eroi che risolvono tutto a pistolettate.

Il delirio razzista di Dylan Roof, l’autore della strage, non è che il figlio, quindi, di una determinata società che deve fare un grosso esame di coscienza e che dovrà trovare soluzioni specifiche ai propri problemi. Soluzioni che proprio nel settore che a noi interessa non possono essere traslate sic et simpliciter proprio per le differenze che contraddistinguono l’Italia e l’Europa tutta dagli Stati Uniti. D’altronde proprio il 20 giugno un “uomo affetto da disturbi psichici…” a Graz in Austria ha investito intenzionalmente la folla causando 3 morti e 34 feriti… vieteremo i Suv? (Roberto Patrignani)