La proposta Ue comincia l’iter (ma chiedono il parere dei cittadini)

Primi aggiornamenti sull’insensata proposta di modifica della direttiva europea “Armi”: la Commissione potrebbe presentare al Parlamento europeo il progetto già il prossimo 7 dicembre. Nel frattempo, oggi è stato attivato un questionario a disposizione dei cittadini, per commenti e suggerimenti in proposito

"Rispetteranno i terroristi la revisione della direttiva europea delle armi?". Se lo chiede la Federazione dei cacciatori europei (Face) che rappresenta appunto gli oltre 7 milioni di cacciatori europei. Allo stesso tempo una raccolta firme rilanciata anche dai nostri media sta raccogliendo decine di migliaia di firme dagli appassionati di armi di tutta Europa. In Italia ha firmato persino Stefano Fiocchi, presidente della nota azienda di munizioni e di Anpam, l'associazione confindustriale che rappresenta tutti i produttori di armi e munizioni civili e sportive.

Come è ormai noto, all'indomani dei tragici eventi di Parigi del 13 novembre, la Commissione europea ha proposto di rivedere la Direttiva delle armi da fuoco in senso restrittivo nei confronti dei legali possessori di armi, cacciatori, tiratori, collezionisti e appassionati di armi in genere. Face e tutti noi non ci capacitiamo di come si possa pensare di prevenire attacchi terroristici, alimentati dal traffico illegale di armi, colpendo invece chi da sempre si sottopone ai già numerosi controlli di polizia per detenere armi per sport, caccia o difesa. Sembra addirittura che la modifica alla direttiva 91/477/Eec, di cui vi abbiamo dato conto, sarà presentata dalla Commissione al Parlamento europeo il prossimo 7 dicembre. La procedura prevede che siano istituite le commissioni competenti nel merito per i pareri. Quindi occorrerà intervenire al più presto a livello politico per far stralciare gli articoli che presentano le maggiori criticità. Certo, la drammatica situazione della lotta al terrorismo non aiuta. A proposito di pareri, è stato anche attivato un questionario aperto a tutti i cittadini, che potranno commentare il progetto fino al 15 di gennaio 2016. È importantissimo che tutti gli appassionati partecipino, sottolineando CIVILMENTE e PACATAMENTE quanto sia inutilmente restrittiva e folle una proposta di questo tipo. Per partecipare, CLICCA QUI.

Ben venga una ferma e tempestiva reazione contro i terrorismo, ma non certo in questo modo! I diritti dei tiratori, dei cacciatori e degli appassionati di armi devono essere rispettati. Il presidente di Face, l'altoatesino ed ex-parlamentare europeo Michl Ebner, ha dichiarato per esempio qualche giorno fa: “La Face applaude la determinazione a intervenire contro il terrorismo. Ma questo non deve colpire anche la libertà dei cittadini legittimati ad acquistare, usare, trasportare e detenere armi secondo le garanzie della Direttiva”.

Se si può sottoscrivere la proposta della Commissione per quanto riguarda il miglioramento della tracciabilità delle armi, gli standard di disattivazione e un migliore scambio di informazioni tra gli Stati membri, non si può invece che respingere le misure che rendono più difficile per cacciatori e tiratori acquisire armi legali, perché lo sforzo dovrebbe concentrarsi nell'impedire che i criminali e i terroristi ottengano armi illegali per commettere atrocità. Secondo la Direttiva in vigore, soltanto persone che hanno una buona ragione per l'acquisto e la detenzione di armi e che non presentino rischi di abusarne sono autorizzati al possesso. E questo anche per assicurare il buon funzionamento del mercato interno. Non esiste, al momento, correlazione alcuna tra il possesso civile delle armi e il mercato nero di quelle illegali, come in qualche caso è stato ventilato. Al contrario, i terroristi coinvolti negli attacchi di Parigi avevano acquistato le armi automatiche dal mercato nero europeo o extraeuropeo: non servono certo maggiori controlli medici sui legali possessori per impedire questo, quanto piuttosto una più severa lotta al traffico illecito. Tantomeno, non serve imporre nuovi standard che influiscano sulla competenza degli Stati membri o togliere valore alla Carte europea che consente la circolazione di armi legali nella Comunità.

La scelta di includere le armi semiautomatiche di "somiglianza" militare nella categoria di quelle proibite, poi, è affetta dal criterio della scarsa chiarezza, in più soggettiva e sproporzionata e imporrebbe agli Stati membri costi notevoli per la confisca di armi che, in definitiva, hanno le stesse caratteristiche di altre appartenenti alla categoria B e soggette all'autorizzazione per l'acquisto.