La difesa taglia il personale

La difesa bussa a quattrini per mantenere la propria efficienza, ma dallo Stato arrivano tagli: la richiesta del ministero della Difesa sarebbe, infatti, di 21,6 miliardi di euro, già di per sé insufficienti, mentre il ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa concede solo 20,9 miliardi. Il risultato? mancano i soldi per comprare i pezzi di ricambio, per effettuare la manutenzione dei mezzi e dei materiali, per l’addestramento, per far muovere gli aerei, le navi… La difesa bussa a quattrini per mantenere la propria efficienza, ma dallo Stato arrivano tagli: la richiesta del ministero della Difesa sarebbe, infatti, di 21,6 miliardi di euro, già di per sé insufficienti, mentre il ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa concede solo 20,9 miliardi. Il risultato? mancano i soldi per comprare i pezzi di ricambio, per effettuare la manutenzione dei mezzi e dei materiali, per l’addestramento, per far muovere gli aerei, le navi e i mezzi. Per mesi, una mezza dozzina di aerei da trasporto tattico C130J è rimasta a terra per mancanza di ricambi e manutenzione ordinaria, i piloti faticano a effettuare l’attività di volo minima per le esigenze di sicurezza (figurarsi la capacità di combattimento). Anche le risorse extra bilancio per le missioni internazionali di pace sono insufficienti. Ed ecco, allora, farsi strada l’ipotesi di tagli al personale: il provvedimento non riguarderà i militari in servizio permanente, ma chi ha contratti a termine, come i volontari di ferma breve. Si parla di una riduzione complessiva di 1.600 unità, e di 450 dipendenti civili. Questo mentre il presidente Napolitano sottolinea la necessità per le forze armate “di fronteggiare nuove e possibili emergenze, dall’aggravarsi della situazione in Afghanistan all’incombere di gravi incognite nella regione che abbraccia Iraq e Iran, dal riaccendersi di acute contrapposizioni nei vicini Balcani al persistere di tensioni nel quadro politico e istituzionale in Libano. Ne consegue che è opportuno rendere meglio compatibile la necessaria assunzione di responsabilità, anche militari, da parte dell’Italia nell’ambito della comunità internazionale, con le difficoltà di fondo della nostra finanza pubblica”.