La Croce rossa militare italiana sta per scomparire?

Il Corpo militare della Croce rossa italiana è a rischio soppressione, grazie a un decreto del Governo Monti che ha privatizzato tutta la Croce rossa del nostro Paese

Il Corpo militare è a rischio soppressione a causa del decreto 178 lasciato in eredità dal governo Monti, con il quale si privatizzerà la Cri. Dato che un organismo militare non può essere privatizzato, il risultato potrebbe essere la chiusura di un Corpo con 150 anni di storia gloriosa. Un enorme danno per l’efficienza e l’immagine del nostro Paese. Per risolvere la situazione basterebbe poco. Il governo Renzi potrebbe produrre un semplice emendamento al decreto 178 in modo che si mantenga un’aliquota di appena 300 militari in servizio continuativo (fissi) per gestire le strutture, le attrezzature e i 17.000 riservisti.

Un gruppo di parlamentari di varie correnti politiche ha visitato, martedi, il Campo di addestramento a Castelnuovo di Porto (Rm), dove si sta svolgendo il campo estivo. Presenti Aldo Di Biagio (Ap), Maurizio Gasparri (Fi), Roberto Morassut (Pd), Monica Gregori (ex Pd, ora Gruppo misto), Luca Frusone (M5S), Fabio Rampelli (Fdi). Tutti, dopo aver constatando l’assurda illogicità del provvedimento legislativo, che è stato solo prorogato di alcuni mesi, si sono detti concordi nel volersi unire, al di là dei colori politici, per salvare questa realtà di eccellenza che oltre a offrire benefici in un momento tanto delicato per la sicurezza del Paese, con l'esigenza di gestire emergenze crescenti in materia di immigrazione e di lotta al terrorismo, consente anche risparmi.

 

Tutti gli uomini dai 18 ai 65 anni, in buona salute, possono arruolarsi nel Corpo militare della Croce rossa italiana. Proprio in questo periodo si sta svolgendo, presso il Centro polifunzionale di Castelnuovo di Porto (Rm), il campo estivo, operativo dall’8 giugno al 10 luglio, che rappresenta un’importante occasione per addestrare, in un contesto campale, il personale del Corpo militare, per la maggior parte composto da riservisti. Oltre trenta giorni di attività caratterizzati da attività didattiche come: difesa Nbcr, biocontenimento e decontaminazione, Blsd (Basic life support defibrillation), uso di carrelli elevatori, vettovagliamento campale, topografia e cartografia, radiocomunicazioni, diritto internazionale umanitario, addestramento al montaggio di strutture attendate eccetera. Il Corpo militare della Cri è una realtà di eccellenza in cui, prestando servizio come volontari, si possono trovare idealmente uniti i valori militari con quelli della solidarietà. Sono 11 i Centri di mobilitazione, sparsi in tutta Italia, dove ci si può rivolgere per l’arruolamento come militi, sottufficiali o ufficiali. Chi è già stato ufficiale può vedere il proprio grado riconosciuto e i neo-ufficiali ricevono il decreto di nomina dal Presidente della Repubblica. Anche i giovani che non hanno avuto modo di prestare il servizio di leva, per motivi anagrafici, possono essere arruolati. Il Corpo militare offre quindi un’opportunità irripetibile per la formazione dei giovani, dopo la soppressione del servizio di leva e dopo il fortunato, quanto ormai drasticamente limitato, esperimento della mini-naja.

 

È una realtà poco nota quella del Corpo militare Cri, nonostante i suoi numeri: circa 17.000 volontari che, accettando la disciplina di chi indossa le stellette, esattamente come gli altri militari delle Forze armate lavorano animati dai sette principi fondamentali della Croce rossa: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontarietà, Unità, Universalità.

Tra i riservisti, più di 2.500 sono medici e infermieri, cui si aggiungono farmacisti, psicologi, logisti, tecnici, commissari, autieri. Persone che svolgono le loro professioni nella vita civile e che, essendo state precedentemente addestrate dagli 11 Centri di mobilitazione sparsi in tutta Italia, non appena richiamate in servizio, vengono inquadrate nell’efficienza della catena di comando militare. Possono così prodigarsi in operazioni di protezione e difesa civile e in attività di assistenza sanitaria per tutte le Forze armate. Basti pensare ai risparmi realizzati dalla Difesa mentre dispone di personale sanitario altamente qualificato che presta la propria opera per le attività addestrative, il tiro, gli aviolanci in modo gratuito. Il Corpo militare Cri è sempre stato presente, dall’Iraq al terremoto dell’Aquila, dall’Afghanistan all’ultima emergenza neve, a Lampedusa e sulle navi delle operazioni Mare Nostrum e Triton. Attualmente, il Corpo, nonostante il taglio di tre quarti dei propri fondi, si è visto accollare nuovi oneri: da poco si occuperà anche dell’assistenza sanitaria a tutte le operazioni di disinnesco di ordigni bellici (circa 2.000 operazioni all’anno) e gestirà le basi per le scorte di antidoto, farmaci speciali fondamentali anche in caso di attacchi terroristici. (Di Angelo D'Aurizio)