La bozza è sempre più assurda: occorre reagire!

Il Comitato direttiva 477 e Firearms united chiedono a tutti gli appassionati e a tutti coloro i quali hanno a cuore la democrazia, di comunicare il proprio sdegno via e-mail al ministero dell’Interno e agli europarlamentari, dopo la pubblicazione avvenuta ieri dell’ennesima bozza di revisione della direttiva europea sulle armi, promulgata dal Consiglio dell’unione europea con le indicazioni del Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti)

Il Comitato direttiva 477 e Firearms united chiedono a tutti gli appassionati e a tutti coloro i quali hanno a cuore la democrazia, di comunicare il proprio sdegno via e-mail al ministero dell’Interno e agli europarlamentari, dopo la pubblicazione avvenuta ieri dell’ennesima bozza di revisione della direttiva europea sulle armi, promulgata dal Consiglio dell’unione europea con le indicazioni del Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti). Lo stato di pericolo per il nostro settore rimane elevato, perché molte delle restrizioni ipotizzate in precedenza sono rimaste invariate, anzi in alcuni casi si sono anche aggravate.

“Rifiutiamo assolutamente”, si legge nel comunicato giuntoci dal Comitato direttiva 477”, in nome e per conto dei nostri rappresentati, la proposta di modifica della direttiva Ue 477 così come predisposta per la discussione del Consiglio della Ue che si terrà nei giorni 9 e 10 giugno 2016, ribadendo che le proposte in essere sarebbero anche esiziali per il comparto armiero Italiano, i suoi oltre 90.000 addetti ed il Pil da essi generato”.

 

Gli elementi più deleteri per il nostro settore (che, sia chiaro, non avranno incidenza alcuna sul pericolo di terrorismo o sulla criminalità) contenuti nella bozza (che potete scaricare cliccando sull’allegato, in inglese), sono i seguenti:

–          Si inseriscono nella categoria A dell’allegato I della direttiva (armi proibite) tutte le armi corte con caricatore o serbatoio di capacità superiore a 20 colpi e tutte le armi lunghe con caricatore o serbatoio di capacità superiore a 10 colpi, nonché tutte le armi demilitarizzate (armi automatiche trasformate in semiautomatiche).

–          Proibite anche tutte le armi lunghe semiautomatiche (solo le lunghe, diversamente da quanto apparso su alcuni comunicati precedenti) che possano essere ridotte a una lunghezza inferiore a 60 cm grazie a un calcio pieghevole o telescopico o amovibile senza attrezzi.

–          Proibiti tutti i caricatori con capacità superiore a 20 colpi per arma corta e 10 per arma lunga. Il loro semplice possesso determina la perdita di qualsiasi autorizzazione in materia di armi e il sequestro dell’arma sulla quale potevano essere eventualmente montati. È prevista una deroga: gli Stati membri potranno autorizzare la detenzione dei caricatori di maggior capacità acquisiti prima dell’entrata in vigore della direttiva, però potrebbero proibirne l’uso. Al di fuori di tale caso, il possesso di tali armi e dei caricatori maggiorati è consentito solo per la pratica dell’attività sportiva, a patto che il possessore partecipi effettivamente a gare e che l’arma sia effettivamente necessaria per le discipline praticate. Residua solo una possibilità di possesso per i collezionisti, ma con presupposti molto rigorosi. 

–          Le armi disattivate di qualsiasi tipo (da guerra, comuni da sparo) dovranno essere soggette a denuncia, entrando a far parte della categoria “C” dell’allegato.

–          Si elimina la possibilità di libera vendita per le repliche di armi antiche, assoggettandole quindi alle norme per tutte le altre armi da fuoco (le repliche non vengono, però, messe completamente al bando come invece ipotizzato nelle ricostruzioni di altri siti).

–          Si prevede l’obbligo di conservare le armi separatamente dalle munizioni, tranne che nel caso in cui le armi siano detenute in una cassaforte.

Questa ulteriore bozza di direttiva, oltre a non tenere (con arroganza) conto delle precise indicazioni emerse nei mesi precedenti dalle discussioni dei comitati parlamentari Imco e Libe, presenta profili di elevata antigiuridicità: così come già avviene in Italia, con l’attuale formulazione della direttiva si arriverebbe al paradosso di considerare un medesimo oggetto (per esempio, un caricatore da 30 colpi per carabina) nello stesso momento vietato e consentito, creando notevolissimi problemi per l’accertamento di eventuali fattispecie di reato da parte delle forze di polizia. Ancor più paradossale è la previsione del fatto che un soggetto autorizzato alla detenzione di armi delle categorie A e B (quindi anche da guerra), possa essere privato delle autorizzazioni in questione se trovato illegalmente in possesso di caricatori maggiorati!