Il soldato futuro… nel 1959!

L’analisi di alcune immagini del “Soldato futuro” americano pubblicate dalla rivista Life nel 1959, veri reperti “archeologici”, consentono di verificare quanto possano essere corrette le previsioni dei militari, l’influsso delle tecnologie emergenti e quanto l’indirizzo di sviluppo appaia strettamente correlato alle situazioni ed eventi geopolitici del momento

L’analisi di alcune immagini del “Soldato futuro” americano pubblicate dalla rivista Life nel 1959, veri reperti “archeologici”, consentono di verificare quanto possano essere corrette le previsioni dei militari, l’influsso delle tecnologie emergenti e quanto l’indirizzo di sviluppo appaia strettamente correlato alle situazioni ed eventi geopolitici del momento.

Iniziando dall’elmetto, si nota come vi sia lo sforzo di integrare le comunicazioni e i sistemi di visione: i visori binoculari sono prototipi con sola visione Ir ma concettualmente non così distanti per scopi e collocazione, dai moderni Nvg. Una ingenuità è certamente l’idea di installare una antenna a stilo nella parte frontale dell’elmetto…sarà che iniziava l’era spaziale; il microfono invece viene posizionato sul petto per averlo immediatamente a disposizione, simile ad alcune soluzioni impiegate oggi. La forma dell’elmetto poi, è sicuramente antesignana del futuro “Fritz” che verrà poi realizzato in fibre aramidiche.

Certamente meno interpretabili oggi, la strana maschera e i guanti: erano le “contingenze” delle paure legate a una, non improbabile all’epoca, guerra atomica. In quel caso e soprattutto in considerazione del fatto che le “atomiche tattiche” erano considerate una alternativa pratica alla reciproca distruzione totale,  il soldato avrebbe dovuto poter sopravvivere in certi scenari “apocalittici”. La maschera in effetti serviva essenzialmente a riparare dal calore dell’esplosione nucleare ma riguardo i guanti, rimane il mistero: la combinazione appare tutt’altro che stagna e ben lontana dalle odierne tute Nbc.

Non deve sorprendere invece la protezione balistica in nylon: un Flak jacket (il modello M1951) era infatti già in dotazione all’Us army e Marine durante la guerra di Corea (1950-1953): i risultati incoraggianti porteranno allo sviluppo di protezioni sempre migliori.

Veniamo all’arma in dotazione, il Battle rifle M14 che proprio in quegli anni, stava per diventare l’ordinanza ufficiale. In alcune altre foto però,  compare nelle mani del “Soldato futuro” anche un M16 che all’epoca debuttava “sperimentalmente”: be'… nelle sue ultime varianti come l’M4A1 e dopo 50 anni, è ancora questo il “futuro”.

Osservando con attenzione l’immagine, si possono notare una imbracatura (le due cinghie) e ai lati di questa due piccoli ugelli arancione: era la Jump belt o Srld – Small rocket lift device sviluppata dalla Thiokol chemical corporation, aggeggio con 5 cartucce di azoto come propellente in grado di far compiere al soldato un balzo controllabile di 10 metri. Una stramberia? A quanto pare invece, un sogno ricorrente dei militari americani perseguito a più riprese con il Bell Jetpack, Wasp e altri prototipi.   

Considerazioni: comunicazioni, visione, protezione e armamento, erano indirizzi validi e oggi validati, a parte l’armamento individuale. Per quanto potesse sembrare peregrina l’idea di montare una antenna a stilo sull’elmetto, oggi, esistono antenne integrabili ovunque: nella buffetterie, vest e cover degli elmetti. Riguardo ai sistemi di visione, oggi abbiamo Nvg compatti e “fusion” con visione anche termica. Protezione: fibre aramidiche e sintetiche, piastre in ceramica offrono oggi protezioni effettivamente impensabili all’epoca.  Si è sviluppata anche una notevole gamma di sistemi di visione e puntamento per l’arma che hanno di fatto aumentato le capacità ma si discute ancora oggi sul calibro dell’arma e sulla piattaforma: questa, a differenza delle altre soluzioni, non è cambiata concettualmente negli ultimi 55 anni: una riflessione sarebbe d’obbligo.