Il Piemonte impallina il referendum

Il referendum sulla normativa regionale piemontese sulla caccia non si farà. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il giornale, infatti, la legge regionale è stata abrogata dal consiglio di centrodestra, causando così la decadenza dei quesiti referendari

Il referendum sulla normativa regionale piemontese sulla caccia non si farà. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il giornale, infatti, la legge regionale è stata abrogata dal consiglio di centrodestra, causando così la decadenza dei quesiti referendari. Questa soluzione era stata caldeggiata nei giorni scorsi dal presidente regionale Roberto Cota, allo scopo di risparmiare le ingenti somme (22 milioni di euro) che sarebbe stato necessario spendere per la consultazione. Pdl e Lega Nord, con uno specifico ordine del giorno, hanno inoltre "posto le basi per un nuovo provvedimento condiviso e rispettoso delle posizioni degli animalisti". Che, però, non sembrano aver gradito più di tanto il gesto, visto quanto ha commentato l’ex ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla: "Non possiamo pensare di ignorare o calpestare la volontà di chi si è espresso per il referendum e che quindi ha il diritto di dire la sua sulla questione". L’ex ministro ha annunciato che "la vicenda non finirà qui, perché sono 25 anni che i piemontesi attendono di poter esercitare il loro diritto di esprimersi attraverso il referendum. Credo che un tale schiaffo alla democrazia sia senza precedenti e ancora oggi, pur di evitarlo, sotto l’ipocrita paravento del risparmio delle spese, si calpestano in modo indegno i diritti della cittadinanza". Be’, una posizione forse un poco schizofrenica, considerando che furono proprio le associazioni animaliste e ambientaliste, lo scorso marzo, a sollecitare a Cota il risparmio di questi soldi scongiurando il referendum a favore di una soluzione legislativa. Evidentemente l’ex ministro Brambilla vive in un pianeta diverso sia da quello dei cacciatori, sia da quello del Wwf. Oppure, più semplicemente, la contrarietà è determinata dal fatto che le associazioni ambientaliste pretendevano un recepimento immediato e totale delle loro istanze, mentre il capogruppo del Pdl, Luca Pedrale ha annunciato che "abbiamo cercato di conciliare le esigenze tra chi è a favore e chi è contrario alla caccia, portando avanti un ordine del giorno che noi riteniamo equilibrato e che offre garanzie politiche a tutti".