Il partito dei cacciatori lombardi?

«Se Governo e Regione continuano a ignorare le nostre richieste, fonderemo un nostro partito». Nasce per questo il movimento politico-culturale «Civiltà rurale caccia ambiente» (Crca) che raggruppa quasi tutte le associazioni venatorie bergamasche e bresciane e potrebbe decidere di costituirsi in un vero e proprio partito già nella prossima riunione, il 16 luglio a Brescia

 

«Se Governo e Regione continuano a ignorare le nostre richieste, fonderemo un nostro partito». Nasce per questo il movimento politico-culturale «Civiltà rurale caccia ambiente» (Crca) che raggruppa quasi tutte le associazioni venatorie bergamasche e bresciane e potrebbe decidere di costituirsi in un vero e proprio partito già nella prossima riunione, il 16 luglio a Brescia. Erano circa 300 i cacciatori riuniti a Bergamo all'auditorium di via Gavazzeni per ascoltare la proposta del nuovo movimento, che da maggio, quando è stato fondato, ha già raccolto seimila tesserati, con l'obiettivo di toccare quota 10 mila. Tutte le associazioni venatorie tranne Anuu (per questioni di statuto) aderiscono al Crca.
Le province di Brescia e Bergamo contano 45 mila cacciatori, la metà di tutti quelli lombardi: abbastanza, secondo i fondatori del movimento, per rivendicare un certo peso elettorale. I cacciatori chiedono la revisione della legge quadro 157 del '92, in particolare la depenalizzazione di alcuni reati come l'uccisione involontaria di una specie protetta e la possibilità di regolare il calendario secondo le migrazioni. Contestata anche la Regione, che dal 2010 non ha legiferato per la caccia in deroga. A spaventare i cacciatori è anche una proposta di legge presentata da sei parlamentari del Pd che vorrebbe modificare l'articolo 842 del Codice civile che consente ai cacciatori il passaggio nei fondi privati, impedendo invece il transito per tutelare la proprietà privata.