Il ministero inchioda la bara per gli armieri di San Marino

Il capo della polizia Antonio Manganelli ha firmato una circolare (557/Pas10176(1) del 29 marzo 2011) nella quale fornisce un chiarimento, naturalmente in senso restrittivo, sulla prassi adottata da sempre più questure che, agli appassionati che intendono acquistare armi a San Marino, richiedono di fare la licenza di importazione

Il capo della polizia Antonio Manganelli ha firmato una circolare (557/Pas10176(1) del 29 marzo 2011) nella quale fornisce un chiarimento, naturalmente in senso restrittivo, sulla prassi adottata da sempre più questure che, agli appassionati che intendono acquistare armi a San Marino, richiedono di fare la licenza di importazione. La circolare riconosce, in sostanza, i trattati bilaterali tra Stato italiano e Repubblica di San Marino (che esplicitamente garantiscono la libera circolazione delle merci), ma aggiunge che “mentre ai soli fini doganali si applicano anche alle armi le norme vigenti dell’accordo di cooperazione e unione doganale tra l’Ue e San Marino, non sono previste deroghe di sorta alla disciplina di pubblica sicurezza per la loro importazione ed esportazione”. Secondo il ministero, quindi, gli accordi bilaterali consentirebbero la libera pratica della caccia e dell’attività sportiva ai cittadini di uno Stato nel territorio dell’altro, ma non l’acquisto reciproco di armi e munizioni, con il semplice Porto d’armi, rendendosi invece necessaria la licenza di importazione di armi (che, ricordiamo, non può essere richiesta per più di tre armi per anno solare). È evidente che questa presa di posizione potrà portare gravissimo danno all’attività degli armieri sanmarinesi. È ancora da dimostrare, in ogni caso, che il ministero dell’Interno sia l’autorità competente nello specifico per chiarire la questione.  

Qui sotto in allegato, il testo integrale della circolare.