I fucili a leva (lever-action)

Un altro sistema di ripetizione che ha avuto piuttosto successo, soprattutto nel continente americano, è quello a leva

Un altro sistema di ripetizione che ha avuto piuttosto successo, soprattutto nel continente americano, è quello a leva. Si dice che sia stato ideato per la prima volta in Italia, nel 1848-50, da un certo Venditti, che applicò il principio a un’arma che utilizzava speciali cartucce senza bossolo autopropulse. L’organizzazione meccanica fu successivamente utilizzata negli Stati Uniti dalle armi Volcanic (1854), dalla carabina Henry (1860) e, infine, dalla lunga serie prodotta dalla Winchester. Il principio di funzionamento si basa su una leva di sottoguardia foggiata ad anello, entro la quale vengono inserite le ultime tre dita della mano. La struttura funge anche da ponticello del grilletto. Ruotando verso il basso la leva, questa sblocca l’otturatore e trascina indietro lo stesso, fino a espellere l’eventuale bossolo rimasto in canna. Riportando in avanti la leva, l’otturatore avanza, prelevando la cartuccia successiva presentata dall’elevatore e la inserisce in camera. L’ ultimo tratto del movimento della leva ripristina il bloccaggio dell’ otturatore, che quindi non può aprirsi accidentalmente sotto sparo. Nelle armi più antiche, l’otturatore era collegato al castello da un sistema a tre cerniere (a ginocchiello). In posizione di chiusura, i fulcri delle cerniere più esterne erano sullo stesso asse, mentre quello centrale risultava più in alto. In questo modo, l’insieme si comportava come un trave caricato di punta, risultando rigido. L’azionamento della leva di sottoguardia forzava verso il basso la cerniera centrale, rompendo la rigidità dell’insieme e trascinando in apertura l’otturatore. Nelle armi Winchester più moderne (il modello più noto e diffuso è il 1894) questo sistema è stato sostituito da un altro, più robusto, nel quale l’otturatore non è più bloccato da un ginocchiello, ma da una robusta piastra che scorre verticalmente nella sua parte posteriore. In fase di apertura, la piastra si abbassa, consentendo all’ otturatore di arretrare, per risollevarsi appena conclusa la fase di chiusura.