A ognuno la sua

Glock 17, 19 e 26, accomunate dallo stesso calibro, queste tre polimeriche austriache sono destinate a impieghi diversi, dallo sport al porto occulto

Testo e foto di Domenico Giaquinto

La presentazione della Glock 17 scatenò un vero putiferio nel settore tradizionalmente statico delle armi corte destinate alla difesa personale e ai corpi militari e di polizia. In primo luogo il fusto realizzato in polimeri, ma anche lo scatto peculiare in semi-Doppia azione denominato safe action e perfino l’aspetto formale dell’arma generarono un vespaio di polemiche.
Salutata come una delle poche vere novità da coloro i quali ne apprezzavano facilità di utilizzo, sicurezza nel porto e nel maneggio, leggerezza e volume di fuoco, la 17 fu spesso contestata.
L’ampliamento della gamma testimoniò la validità del progetto e la realizzazione curata, che sono alla base del successo commerciale della ditta austriaca.
Al momento sono infatti prodotti oltre trenta modelli full size, compatti e subcompact tra versioni normali e compensate.
Le camerature sono in 9 Corto (cartuccia imposta nei Paesi dove vigono limitazioni sui calibri per difesa personale), 9 mm Parabellum/9×21, .357 Sig, .40 S.&W., 10 Auto e .45 Acp. L’organizzazione meccanica di base rimane invariata tra i modelli per il tiro sportivo e quelli destinati all’uso pratico.

Glock 17,19 e 26 rappresentano degnamente la produzione Glock.
Sono pistole semiautomatiche con chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Browning Petter, caricatore bifilare ad andamento alternato con presentazione singola della cartuccia e scatto in semi-Doppia azione denominato safe action.
Il fusto, realizzato in polimeri ad alta resistenza, incorpora diversi elementi metallici: i componenti del sistema di scatto, le guide a lamina di scorrimento del carrello, il blocchetto di arresto della canna e la piastrina che reca stampigliato il numero di matricola
Il sistema di scatto interagisce con le sicure, che sono esclusivamente di tipo automatico.
Il percussore lanciato viene armato completamente dalla trazione sul grilletto soltanto al momento del tiro. Altrimenti si trova in posizione di sicurezza che corrisponde a un lieve arretramento rispetto alla posizione di percussione.
La sicurezza di porto con colpo in canna è determinata dal fatto che la compressione della molla del percussore è minima quando quest’ultimo è a riposo, senza contare che il blocco automatico al percussore inibisce lo sparo finché il grilletto non sia arretrato a fondo corsa. Inoltre il grilletto, che è infulcrato superiormente al fusto, è dotato di una leva centrale che ne impedisce la rotazione a causa di attriti laterali indipendenti dalla volontà del tiratore.
Ancora, il percussore può essere liberato solamente quando la barra di scatto, giunta a fondo corsa, si abbassa e svincola l’appendice posteriore solidale al percussore medesimo. La posizione leggermente arretrata del percussore a riposo è imposto dalla necessità di evitare interferenze, in fase di cameratura, con la cartuccia che viene prelevata dal caricatore. Sistemi manuali di sicura o di disarmo sono assenti.
Da quanto esposto si evince che, una volta camerata la prima cartuccia, una semiautomatica Glock può essere riposta in fondina senza effettuare altre operazioni così come, dopo averla estratta e aver esploso uno o più colpi, la si può rinfoderare in sicurezza carica e con il colpo in canna. La chiusura è di tipo Browning modificato.

Delle semiautomatiche Glock preme sottolineare il numero ridotto dei componenti, sinonimo di affidabilità e durata, nonché la piena accessibilità degli stessi.
Con la commercializzazione delle subcompact 26 e 27, camerate rispettivamente in 9 e .40 S.&W., l’impugnatura Glock è stata modificata con l’aggiunta degli incavi per le dita e degli sgusci ambidestri per l’appoggio del pollice. Tali modifiche, arricchite dalla presenza di pannelli zigrinati negli incavi per le dita e dalle sedi per l’installazione di sistemi ausiliari di puntamento ricavate dal dust-cover (il "davanti" del fusto), sono state successivamente estese alle full size e alle compatte.
Fatto sta che sia per la relativa elasticità dei polimeri, sia per l’asse di canna basso, sia per l’ergonomia dell’impugnatura, le Glock si tengono bene e allo sparo generano reazioni meno violente di quanto ci si aspetterebbe da armi di pari peso di impostazione tradizionale. Al momento il listino Glock annovera oltre 30 modelli di pistole tra semiautomatiche da difesa e sportive. I modelli compensati sono contraddistinti dall’aggiunta della lettera C (17C, 19C eccetera) e promettono una minima riduzione della velocità del proiettile.

Le full size in .357 Sig e .40 S.&W., denominate rispettivamente 31 e 22, condividono con la 17 in 9×21 lunghezza, altezza e spessore: 186x138x30 mm. La canna è lunga 114 mm. Il volume di fuoco della 17 è di 17+1 colpi.
Le compatte in .357 Sig e .40 S.&W., denominate rispettivamente 32 e 23, per lunghezza, altezza e spessore sono identiche alla modello 19 in 9×21. Misurano 174x127x30 mm con canna da 102 mm. La 19 contiene 15+1 colpi.
Le subcompact in .357 e .40 S.&W., denominate rispettivamente 33 e 27, condividono lunghezza, altezza e spessore con la 26 in 9×21 Imi: 160x106x30 mm. La canna è lunga 88 mm.
Le subcompact importate in Italia sono fornite di serie del pad al caricatore, che aumenta di 2 colpi il volume di fuoco: si passa da 10+1 a 12+1 colpi per il calibro 9 aumentando, inoltre, la superficie di presa all’impugnatura. Differiscono dalle sorelle di maggiori dimensioni per il guidamolla telescopico con doppia molla di recupero. L’asta guidamolla di full size e compatte è a tutta lunghezza e la molla di recupero è a sezione piatta.
Sebbene di dimensioni contenute e quindi adatta al porto occulto, la tacca di mira è regolabile in alzo e deriva mediante le due piccole viti accessibili dal lato destro. All’uopo è fornito un minuscolo cacciavite.
Il mirino in plastica è sostituibile con facilità. Avendo conformazione squadrata, le mire sono acquisite con scioltezza nel tiro rapido e nel lento mirato forniscono buona precisione di allineamento. La tacca non ha spigoli che potrebbero ferire il tiratore scarrellando in condizioni di emergenza.
I funzionali riferimenti per il tiro in condizioni precarie di illuminazione sono costituiti dal contorno bianco del traguardo cui corrisponde il dot al mirino dello stesso colore.

L'articolo è stato pubblicato su Armi e Tiro – febbraio 2000

Produttore: Glock GmbH, Po Box 50, A-2232 Deutsch-Wagram, Austria
​Distributore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 0471/80.30.00, fax 0471/81.08.99, email@bignami.it
​Modello: 17, 19, 26
Tipo: pistole semiautomatiche
Calibro: 9×21 Imi
Meccanica: chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Colt-Browning modificato
Alimentazione: caricatore bifilare con presentazione singola della cartuccia
N° colpi: 17+1; 15+1; 12+1 con pad
Scatto: semi-Doppia azione safe action
Percussione: percussore lanciato
Sicura: automatica al percussore; automatica al grilletto
Canna: 114 mm, 102 mm, 88 mm
Mire: tacca di mira regolabile in alzo e deriva; mirino in plastica sostituibile
​Lunghezza totale: 186 mm; 174 mm; 160 mm
Peso (scarica): 703 g; 665 g; 616 g
Materiali: canna e carrello in acciaio; fusto in polimeri
N° di Catalogo: 5180; 5693; 9570