Gli Usa sbarrano le frontiere ai trofei di elefante

Il Fish and wildlife service statunitense ha deciso unilateralmente, lo scorso 4 aprile, di proibire l’importazione di trofei legalmente ottenuti di elefante, provenienti da Zimbabwe e Tanzania. La decisione, che naturalmente susciterà gli entusiasmi degli anti-caccia, in realtà non è così positiva né per i Paesi di provenienza dei trofei, né per la conservazione di questa specie animale nel continente africano

Il Fish and wildlife service statunitense ha deciso unilateralmente, lo scorso 4 aprile, di proibire l'importazione di trofei legalmente ottenuti di elefante, provenienti da Zimbabwe e Tanzania. La decisione, che naturalmente susciterà gli entusiasmi degli anti-caccia, in realtà non è così positiva né per i Paesi di provenienza dei trofei, né per la conservazione di questa specie animale nel continente africano, come evidenziato dal presidente del Safari club international, Craig Kauffman, che in una lettera al direttore del Fish and wildlife service, Dan Ashe, ha così commentato: "La decisione dell'Fws sembra essere stata presa senza alcuna consultazione dei Paesi africani interessati. In tal caso si sarebbe saputo che la caccia autorizzata all'elefante è una delle principali fonti di sostentamento proprio per le campagne anti-bracconaggio organizzate in quei Paesi: solo nel 2003, i ricavi derivanti dalla caccia legale hanno rappresentato tra il 60 e il 90 per cento di tutti i fondi del dipartimento dei Parchi nazionali dello Zimbabwe. I membri del Safari club hanno pagato oltre 100 mila dollari per il supporto alla conservazione dell'elefante africano tra il 2012 e il 2014, contro i soli 56 mila investiti dallo stesso Fws americano dal 2011 al 2013. Per la Tanzania, la caccia legale ha un ruolo fondamentale nella sorveglianza dell'ambiente naturale, per non parlare del fatto che l'attività venatoria e l'indotto danno lavoro e sostengono oltre 88 mila famiglie".