Che ne è del regolamento?

Mauro Vignola, presidente dell’Associazione nazionale poligoni privati (Anpp), fa il punto sul “famoso” regolamento messo a punto tra ministero e varie associazioni di categoria. Ancora “tutto tace”…

Una questione ancora aperta e che pende sul capo degli appassionati come molte altre, purtroppo, ultimamente, è quella del regolamento sui campi di tiro privati, sulla quale sta lavorando il ministero dell'Interno in collaborazione con alcune associazioni di categoria. Abbiamo sentito in proposito Mauro Vignola (nella foto), presidente dell’Associazione nazionale poligoni privati (Anpp), chiamato al tavolo di confronto insieme con Anpam, Assoarmieri, Conarmi, Fitav, Fitds, Fitld (oggi Nra of Italy).

A che punto siamo con il regolamento sui poligoni privati?

«La proposta di regolamento predisposta e sottoscritta da Anpam, Assoarmieri, Conarmi, Fitav, Fitds, Fitld e Anpp è stata da tempo consegnata al ministero dell’Interno, continuiamo periodicamente a monitorarlo, ma per il momento non ci sono risposte. La nostra azione per la verifica dell’iter relativo a una sua approvazione definitiva è costante, ricordando che il Decreto legislativo n.121 del 29/9/2013 veniva approvato facendo proprie le condizioni espresse da entrambe le Prime commissioni di Camera e Senato, che tra l’altro prevedevano l’elaborazione del regolamento sui poligoni privati partendo dal documento redatto dalle Associazioni e Federazioni sopra enunciate».

 

Noi abbiamo censito un settantina di poligoni privati in Italia, potrebbe dirmi quali sono i poligoni che aderiscono alla sua associazione?

«Le richieste di adesione sono circa un centinaio, tuttavia siamo concentrati sul regolamento e le relative, delicate tematiche di confronto e non abbiamo mai aperto ufficialmente il cosiddetto tesseramento».

 

Cosa pensa delle esternazioni di Matteo Renzi e di altri dopo i fatti del tribunale di Milano e di Napoli?

«Siamo sicuramente in ansia per quello che potrà accadere per mano del Legislatore con devastanti ricadute su tutto il nostro mondo. Pertanto continuiamo a ribadire, tramite i nostri canali, che all’interno dei poligoni privati noi continuiamo ad incontrare migliaia di cittadini onesti e appassionati di uno sport con più discipline, tra cui alcune olimpiche, che utilizza armi ma per gareggiare su bersagli di carta, di metallo leggero o piattelli, verificando chi è più bravo e nulla di più. Ribadendo con forza che le nostre strutture sono luoghi di sport, periodicamente frequentate e controllate dalle forze dell’ordine, confidiamo in quella logica del buon senso che non ci riporti alla solita chiusura della stalla quando i buoi sono ormai scappati. Pensiamo da tempo che il nostro mondo prima o poi subirà una trasformazione, ma se ciò avverrà e i segnali ultimamente vanno in questa direzione, dovremo essere tutti presenti al tavolo ma tutti uniti a portare la nostra esperienza e le nostre proposte, in caso contrario assisteremmo al solito vecchio rituale degli impegni presi e poi disattesi».