Breda B4-C calibro .223 Remington

La versione più compatta della serie B4 onora il glorioso passato di un grande marchio con un clone Ar di costruzione curata, dotato di canna Lothar Walther con freno di bocca originale di rara efficacia. Una precisione al di sotto del moa già con cartucce commerciali, nonostante lo scatto non esattamente match

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Il marchio Breda torna a splendere su una carabina semiautomatica! Non accadeva dai tempi del Garand M1, cioè dalla fine degli anni Cinquanta del XX secolo. Per fortuna, con l’acquisizione delle attività relative al mercato civile di Breda da parte del gruppo Marocchi (che oggi, sotto il nome di Diana group, comprende aziende impegnate in settori davvero diversificati del mercato sportivo e venatorio, come Daystate e Brocock o Mtc optics), si è (giustamente) pensato non soltanto alla canna liscia, che pure tanta gloria ha portato a questo blasone italiano, ma anche a un possibile ingresso in grande stile nel settore delle carabine. 

La serie B4 è per il momento rappresentata da tre modelli: B4-C con canna di 12 pollici, B4-A con canna di 14,5 pollici e B4-Se con canna di 20 pollici bull barrel. Il cuore del sistema è la carcassa, composta dalle consuete metà inferiore e superiore (upper e lower receiver): entrambe sono realizzate per forgiatura e poi ultimate in azienda mediante macchine Cnc a sette assi di ultima generazione, per poi procedere a una anodizzazione a specifiche militari. Ricordiamo che la forgiatura, rispetto alla semplice lavorazione di macchina utensile da billetta, consente una robustezza ed elasticità superiore perché le fibre del metallo (Ergal 7075 T6) non vengono tagliate, ma compresse e “guidate”.

Da un punto di vista meccanico e operativo, si è scelto di approcciarsi al sistema Stoner in modo assolutamente “ortodosso”, quindi si è scelto il classico sistema di prelievo e convogliamento diretto dei gas (senza pistone). Anche la morfologia di upper e lower è molto “ortodossa”, prevedendo comandi standard per arresto otturatore (hold open) e sgancio caricatore, finestra di espulsione con coperchio parapolvere in lamiera con apertura a scatto, deflettore dei bossoli integrale e forward assist. La dotazione, insomma, è completa, laddove alcuni produttori di cloni a volte decidono di “saltare” qualcosa (forward e coperchio parapolvere, per esempio) per offrire un prodotto a prezzo più contenuto. Naturalmente ci si può intrattenere a lungo sull’effettiva utilità del forward in un’arma civile, ma sta di fatto che se c’è, uno può anche scegliere di non usarlo, mentre se non c’è, non lo si può usare neanche quando dovesse servire quella volta su mille!

La canna è di produzione Lothar Walther (“il” produttore europeo di canne match, c’è poco da dire), ha un diametro in volata di 18,54 mm ed è completata con una filettatura a specifiche militari (quindi compatibile con il mare di accessori aftermarket disponibili sul mercato) sulla quale è montato un rompifiamma compensatore progettato e costruito in Breda, sempre con criteri assolutamente tradizionali di lavorazione di macchina utensile da massello di acciaio al carbonio. La rigatura a sei principi destrorsi ha un passo di 8 pollici (203 mm) e non è cromata internamente.

Di produzione propria è anche il gruppo otturatore e portaotturatore, del tutto canonico nelle scelte costruttive e dotato di fosfatazione a specifiche militari. La terza componente di produzione propria è il gas block, che come il rompifiamma è anch’esso di progettazione originale ed è l’unica parte dell’arma a non essere intercambiabile con le componenti standard aftermarket per Ar: è definito autocentrante in quanto nella parte posteriore presenta un becco aggettante, che trova riscontro in un’apposita cava nella parte superiore della canna, combaciando con precisione. Con questa soluzione, in fase di montaggio si assicura la perfetta coassialità tra il foro di spillamento dei gas nella canna e il condotto di convogliamento interno al gas block, che poi prosegue con il tubetto in acciaio inox che porta la spinta dei gas fino alla pipetta del portaotturatore. Una finezza, se vogliamo, che però è testimonianza diretta della cura che si è voluta profondere in questo progetto. Nella parte inferiore, il gas block è assicurato alla canna per mezzo di tre grani filettati: quelli più esterni si serrano semplicemente sulla superficie della canna, quello centrale impegna una apposita accecatura, rendendo il bloccaggio veramente granitico e impossibile da compromettere nel tempo, a prescindere da qualsiasi tipo di dilatazione termica o altre magagne.

La dotazione dei fornimenti prevede una astina copricanna in Ergal di produzione Yankee hill, lunga 9,3 pollici, con slitte Picatinny a ore “12”, “9”, “6” e “3” e ampie feritoie di alleggerimento e ventilazione. È davvero un bel pezzo, funzionale dal punto di vista operativo e piacevole esteticamente. La slitta Picatinny superiore si raccorda con quella dell’upper, di tipo flat top, consentendo una buona elasticità nella scelta dei dispositivi ottici da montare. La dotazione di serie, a questo proposito, prevede una coppia di mire abbattibili Magpul Mbus, decisamente diffuse e collaudate. Magpul (Moe) anche il calciolo collassabile (su buffer tube Aec), così come il caricatore polimerico (della capacità di 20 colpi, visto che l’arma è classificata sportiva), il ponticello sempre polimerico di tipo maggiorato e l’impugnatura. Quest’ultima non è la Moe, molto utilizzata da tanti produttori di cloni Ar, ma la Miad, caratterizzata dalla possibilità di sostituire il dorsalino con altri (in dotazione). Inoltre, alla base è presente un tappo amovibile per stivare kit di pulizia o altri accessori.

Lo scatto è realizzato acquistando le componenti sul mercato dell’aftermarket: è un monostadio di tipo militare, caratterizzato purtroppo da un peso di sgancio a nostro avviso troppo elevato, cioè di circa 3.500 grammi (valore non insolito, peraltro, a riscontrarsi su prodotti non match), anche se distribuiti su una corsa relativamente breve e netta ma, soprattutto, priva di grattamenti. I comandi sono anch’essi di provenienza commerciale e sono quelli tipici dell’Ar prima maniera, quindi sicura a leva sul solo lato sinistro del lower, sgancio caricatore, manetta di armamento (t-handle) e hold open di tipo militare non maggiorati. Secondo i criteri oggi vigenti possono essere considerati “minimal”, però si integrano esteticamente bene nell’equilibrio complessivo dell’arma e hanno il pregio di non contribuire all’innalzamento del prezzo finale, diversamente dall’eventuale utilizzo di elementi maggiorati custom che tanto, poi, non sono mai esattamente come quelli che vorrebbe il proprietario! Quindi, bene hanno fatto i tecnici Breda a non esagerare con la “farcitura”, limitandosi alle componenti ergonomiche principali (cioè astina, calcio e impugnatura). 

La prova a fuoco si è svolta sulla distanza dei 100 metri, in appoggio anteriore su rest, grazie all’ospitalità del Tsn di Gardone Val Trompia (Bs). Eravamo molto curiosi di mettere alla prova una canna così striminzita su una distanza già relativamente impegnativa e anche di vedere il comportamento di un panorama variegato di munizioni, sparato in canna così corta. Per questo ci siamo dotati di ottica Kahles 3-10×50 e di una scelta piuttosto ampia di pesi di palla, partendo da Fiocchi e Sellier & Bellot Fmj di 55 grs, proseguendo con le Fiocchi con palla Sierra Mk di 69 grs, per finire con le Fiocchi con palla Sierra Mk di 77 grs. Dal minimo al massimo per il calibro, insomma, tolti un paio di pesi veramente “massimi” che, però, sono in pratica disponibili solo per il mercato della ricarica domestica, come componenti sfuse.

Le prime manipolazioni “a secco” ci hanno confermato l’impressione di buona qualità costruttiva: le due metà del receiver combaciano con sufficiente saldezza, senza sbatacchiamenti, per contro lo sfilamento delle spine di smontaggio non richiede l’intervento dell’incredibile Hulk: l’otturatore scorre fluidamente nella propria sede azionando la T-handle e va in chiusura completa anche accompagnandolo lentamente.

Dopo aver riempito il caricatore con le prime cartucce, abbiamo “scaldato” la bambina con alcune serie di tiro rapido su bersagli posti a breve distanza: la prima sorpresa riscontrata è stata l’assenza del tipico sferragliamento (che non abbiamo mai trovato, francamente, gradevole) della molla di recupero nel buffer, presente invece nella stragrande maggioranza dei cloni Ar anche di alta gamma, ulteriore punto a favore di una costruzione curata anche nei dettagli. La seconda sorpresa è stata la perfetta esecuzione del rompifiamma compensatore che (video alla mano!) ha garantito l’assoluta immobilità della volata anche nelle serie più veloci, a favore in compenso di un botto molto secco e “pieno”. Ben visibile anche in pieno giorno, ovviamente, la vampa di bocca, comunque anch’essa ben governata dalla “trombetta” made in Breda.

Dal punto di vista prestazionale, l’ovvia verità denunciata dal cronografo è che la deviazione standard, con una canna così corta, è sicuramente più elevata rispetto non solo alla canna di 20 pollici (e grazie al cavolo), ma anche a quelle di 16 e 14,5 pollici: ben oltre i 10 m/sec per arrivare fino al valore fuori dal comune di 25,4 con le Fiocchi 55 grs. Non è sorprendente che la deviazione standard più contenuta sia a favore delle Fiocchi 77 grs, perché al crescere del peso di palla diminuisce in proporzione la dose di polvere e, di conseguenza, la sua combustione è migliore nei soli 12 pollici di canna del B4-C. In ogni caso, è interessante notare che le Sellier & Bellot hanno subito un calo di 169,2 m/sec rispetto al valore dichiarato in canna manometrica di 600 mm, le Fiocchi di pari peso di 206,9 m/sec, mentre le 69 grs sono calate di soli 99 m/sec e le 77 grs di 136,1 m/sec. Malgrado la decurtazione di velocità, le prestazioni sono ancora di tutto rispetto, ma la cosa più sorprendente è stata constatare che nonostante il passo di rigatura corto e nonostante la deviazione standard, sono state proprio le 55 grani le palle che hanno fornito, e di gran lunga, i migliori risultati sul bersaglio. Parliamo in particolare delle S&B, con le quali abbiamo ricamato un triangolo equilatero di tre colpi in soli 7 millimetri. Le Fiocchi avrebbero potuto probabilmente eguagliare il record, ma il terzo colpo è stato strappato a causa della pesantezza dello scatto. Stranamente più allargate, ma pur sempre al di sotto del minuto d’angolo (e parliamo ancora di una canna di 12 pollici e di un’arma strettamente di serie, vi rendete conto, sì?), sia le 69, sia le 77 grs. Con tutte le tipologie sperimentate, il funzionamento è stato impeccabile e i bossoli di risulta sono stati recuperati pressoché intatti e con una affumicatura minima del corpo. Molto potente e centrata la percussione. 

 

Scheda tecnica

Produttore: Breda, via Galilei 8, 25068 Sarezzo (Bs), tel. 030.80.10.14, fax 030.89.00.370, www.bredafucili.com

Modello: B4-C

Calibro: .223 Remington

Funzionamento: a recupero di gas sistema Stoner

Alimentazione: caricatore Magpul polimerico bifilare a presentazione alternata

Numero colpi: 20

Canna: Lothar Walther lunga 12 pollici (305 mm), rigatura a sei principi con passo di 1:8” (203 mm), filettatura mil-spec in volata con compensatore-rompifiamma originale Breda

Lunghezza totale: tra 725 e 810 mm

Scatto: diretto, in un solo tempo, peso di sgancio circa 3.500 grammi

Percussione: cane interno

Sicura: manuale a leva sul lato destro

Mire: Magpul Mbus flip-up, slitta Picatinny sull’upper receiver per l’installazione di ottiche (in prova, Kahles Helia Ct 3-10×50)

Fornimenti: astina multirail Yankee hill di 9,3 pollici, calcio Magpul Moe, impugnatura Magpul Miad con dorsalini intercambiabili

Materiali: receiver in Ergal 7075-T6 forgiato, canna e otturatore in acciaio al carbonio

Finiture: anodizzazione a specifiche militari per il receiver, parti in acciaio fosfatate a specifiche militari

Peso rilevato: 2.970 grammi, scarico

Qualifica: arma sportiva

Altre versioni: B4-A con canna di 14,5 pollici, B4-Se con canna di 20 pollici bull barrel

Prezzo: 2.139 euro, Iva inclusa; B4-A, 2.208 euro; B4-Se, 2.587 euro