Beretta Pmx calibro 9×19 mm

La nuova Pmx calibro 9×19 è l’erede della Pm12 ma non rinnega le esperienze della Mx4. Compatta, leggera, affidabile, dovrà dimostrare in fretta di essere competitiva sui mercati e per fare questo…

Negli ultimi anni, il segmento delle pistole mitragliatrici o Smg (submachinegun) si è rinnovato parecchio, grazie anche a un ritorno di interesse per queste armi a causa dell’insicurezza generale e con la recrudescenza del terrorismo internazionale. Fenomeni questi, gestibili sul territorio dalle forze dell’ordine prima ancora che da quelle militari anche se, ultimamente, di indispensabile supporto. Parlando delle forze dell’ordine è indubbio che il calibro di riferimento sia il 9×19, universalmente utilizzato nelle pistole di servizio e, di conseguenza, il più adatto per svariate ragioni (balistiche e di logistica) al munizionamento, parimenti, delle Smg. Almeno, questo è ciò che i dati di fatto mostrano in merito alla distribuzione e alla opportunità del 9×19 tra le forze dell’ordine globalmente, eccezion fatta per i team specialistici all’interno di queste che, per altrettante ragioni, impiegano altri e maggiori calibri.
L’arrivo dell’erede della Pm12 era indubbiamente atteso da tempo, la Beretta infatti, è storicamente una delle aziende che più ha contribuito allo sviluppo e all’affermazione delle pistole mitragliatrici, non dimentichiamolo.
La Pmx ha solida costruzione in tubolare d’acciaio che ospita anteriormente la canna e al suo interno, la massa dell’otturatore: integra poi, una copertura polimerica sopra questo “cuore” in acciaio e, sotto, il gruppo dell’impugnatura è interamente polimerico. Vista esternamente, può sembrare una all polymer ma… non lo è.
Partiamo dal semicastello inferiore, osservando il suo lato sinistro: posteriormente all’impugnatura vi è la base per l’articolazione del calcio con un pulsante rettangolare zigrinato: con la pressione si verifica l’abbassamento di due denti di ritegno che si impegnano in due riquadri sulla struttura, con conseguente svincolo per ribaltamento o apertura.
L’impugnatura è monolitica, con ampio ponticello del grilletto per consentire l’uso con i guanti, sui fianchi presenta una granulatura fine con micro solcature su front e backstrap anti scivolamento e piccolo appoggio terminale per il mignolo.
Appena sopra l’impugnatura e facilmente raggiungibile dal pollice, vi è il selettore di fuoco a tre posizioni: sicura (lettera S in colore bianco), semiauto (numero 1 di colore rosso) e raffica (lettera R marcata in rosso): la leva è di buone dimensioni (ossia grande…) facilmente operabile quindi anche con mani guantate.
Subito davanti al grilletto troviamo un pulsantino rettangolare zigrinato che è il pulsante di sgancio caricatore: questo comando e la leva di selezione risultano “sotto profilo” nell’arma, protetti superiormente dalla sporgenza cilindrica del fianco del fusto e, anteriormente, da uno sguscio a “V” che si pareggia con il piano del bocchettone di alimentazione: soluzione volta a proteggere in qualche modo questi comandi.
Sopra al pulsante di sgancio caricatore e prossima al corpo cilindrico del fusto, vi è la leva di blocco e sblocco dell’otturatore, anche questa di forma rettangolare e allineata all’asse dell’arma.
Proseguendo verso la canna, tra il raccordo di questa e il bocchettone di alimentazione, vi è la spina passante (prigioniera) per lo smontaggio dei due semicastelli.
Passando successivamente al lato destro, osserviamo che selettore e pulsante di sgancio caricatore sono presenti anche su questo lato, rendendo così l’arma ambidestra nei comandi. Da questo lato però, la leva di sgancio del caricatore assume proporzioni maggiori.
Troviamo inoltre, tra la finestra di espulsione e la base del bocchettone di alimentazione, una protuberanza a uncino, su cui si va a incastrare tramite una corrispondente sede il fermo di ribaltamento della calciatura. Quest’ultima è scheletrata e in polimeri, ben allineata all’asse della canna e con calciolo in gomma antiscivolo. L’azienda specifica che sono allo studio anche configurazioni differenti, come quella con braccio “ribassato” per impiego con elmetti dotati di visiere balistiche o maschere antigas. La Pmx inoltre, integra ben 5 attacchi per la cinghia su ogni lato: 3 Qd cup integrali nella calciatura e 2 anelli in acciaio situati all’inizio del fusto e vicino alla volata.
La struttura interna, come abbiamo visto, è tubolare ed in acciaio: inserita frontalmente e avvitata al corpo tramite un dado vi è la canna, ottenuta per rotomartellatura a freddo con 6 rigature tradizionali ad andamento destrorso con passo di rigatura di 250 millimetri (il classico 1:10 pollici), lunga 175 millimetri: verso la volata si notano tre tenoncini integrali per l’aggancio rapido dei moderatori di suono B&T.
Il corpo cilindrico della struttura presenta sul lato destro la finestra di espulsione e una feritoia per lo scorrimento della manetta, presente anche sul lato sinistro data la reversibilità della manetta medesima. Montato integralmente nella parte inferiore e anteriore del corpo (verso la canna) vi è un tassello forato: è l’interfaccia di accoppiamento tra il semicastello superiore e quello inferiore, con bloccaggio mediante la spina passante.
L’otturatore ovviamente, è di sezione cilindrica e scorre all’interno del fusto in acciaio. Pertanto, la frizione relativa è sempre metallo contro metallo. Nella sua parte posteriore, presenta due piccole forature entro cui si infilano le due molle di recupero montate su due corte guide metalliche fissate a un disco metallico; le molle inoltre, sono dotate nella loro parte terminale di due corti puntalini.
Il complesso delle molle di recupero, viene poi fissato al fusto grazie a un tappo di culatta che si avvita entro il corpo: tra il tappo di culatta e il disco delle guide, trova posto una ghiera in acciaio con due occhielli che spuntano ai lati del profilo e che forniscono aggancio per la cinghia.
La parte posteriore dell’otturatore (macchinato inferiormente) vede un recesso entro cui spunta la testa del percussore interno e su cui va a battere la testa del cane; anteriormente al blocco, vi è il recesso circolare della faccia dell’otturatore che va a premere in chiusura sul fondello della cartuccia; al centro vi è il foro di passaggio della punta del percussore e a sinistra, l’unghia estrattrice. Sotto la faccia dell’otturatore, si nota in basso sulla sua sinistra uno scasso entro cui scorre l’espulsore, fissato internamente al fusto. Su entrambi i lati dell’otturatore, sono presenti due forature, per la collocazione della manettina di armamento reversibile.
La parte tubolare in acciaio, viene poi protetta e integrata superiormente da un guscio in polimeri ospitante una linea di mira continua Picatinny MiltStd 1913 in alluminio su cui vengono montate le mire della Pmx, ribaltabili e sempre in alluminio. Osservando la Picatinny superiore, si notano due grandi viti Allen: queste servono a tenere unita la “copertura” polimerica alla struttura tubolare sottostante.
Sul lato destro e in corrispondenza degli sgusci interni alla struttura tubolare, nella “copertura” polimerica corrispondono altrettante aperture: ossia, la finestra di espulsione e dietro a questa, una più sottile pista per lo scorrimento della manetta. Sul lato opposto invece, è presente soltanto una analoga e sottile pista sempre per la manettina, qualora si decidesse di invertirla nella posizione.
Entrambe in alluminio e fissate sulla guida Picatinny superiore, sono ribaltabili e senza blocco: ossia, è possibile alzarle o abbassarle con la semplice pressione delle dita. Il mirino è a lama, protetto da due orecchie, per la sua regolazione in elevazione occorre un apposito attrezzo fornito in dotazione, premendo sulla sua base: con rotazione in senso orario si modifica il punto d’impatto verso il basso e in senso antiorario lo si sposta verso l’alto. La regolazione avviene a scatti di 1,2 Moa (0,36 mil), che corrispondono a 9 millimetri a 25 metri: il range di regolazione è di 45 scatti, pari a circa 400 millimetri a 25 metri.
Per la regolazione della diottra, bisogna operare su una vite posta sul lato destro: con rotazione in senso orario per spostare il punto d’impatto verso destra, con rotazione in senso antiorario per spostare il punto d’impatto verso sinistra. La regolazione avviene a scatti di 0,4 Moa (0,12 mil), che corrispondono a 3 millimetri a 25 metri: il range di regolazione è di 120 scatti, pari a circa 360 millimetri a 25 metri. Quando le mire sono abbassate, sopra il corpo di queste sono state opportunamente ricavate mire di emergenza fisse, come quelle delle pistole con riferimenti circolari: soluzione interessante. L’arma tra l’altro, in determinate offerte “a pacchetto”, potrebbe includere il micro red dot Mrs della Steiner.
La Pmx è dotata inoltre di due tratti di Picatinny laterali, realizzati in alluminio e fissati ai fianchi dell’astina in polimero e di un quarto tratto di questa guida, integrale invece al semicastello inferiore e, di conseguenza, polimerico.
La Pmx utilizza caricatori polimerici e bifilari da 30 colpi trasparenti: in modo da visionare immediatamente l’autonomia dei colpi nel serbatoio ma, anche, le condizioni della molla ed eventuale sporcizia interna. Sono comunque in considerazione nuove versioni di questi caricatori, sempre polimerici ma con imboccatura e labbri in lamiera di acciaio.
L’arma si presenta compatta e bilanciata e può sparare anche con il calcio ribaltato, misura complessivamente 640 millimetri con calcio aperto e appena 418 millimetri con calcio chiuso: in azienda hanno considerato le dimensioni cercando di rispettare in qualche modo gli ingombri della Pm12, per recuperare le predisposizioni sui veicoli, pensate all’epoca per quella Smg.
Poco da dire circa il sistema di funzionamento, si è scelta oculatamente la chiusura labile (o a massa) per la sua semplicità e affidabilità: ancora oggi la più sfruttata tra le Smg. Beneficia ovviamente del sistema di sparo a otturatore chiuso e con percussione tramite cane interno. Di conseguenza, assicura oltre che una migliore precisione, un sistema di sicura altrettanto affidabile come quella “automatica” al percussore: utile anche contro la caduta dell’arma. Il percussore è normalmente contrastato nella sua libera corsa da un nottolino che, se non viene sollevato tramite la trazione completa sul grilletto, ostruisce fisicamente il passaggio.
Il rateo di fuoco della Pmx è di 900-1.000 colpi al minuto: abbastanza elevato, ma non dimentichiamo che può essere inteso negativamente solo qualora il controllo dell’arma abbia a risentirne. secondariamente, l’utilizzo della raffica è certamente poco frequente nelle operazioni di polizia, ha un senso viceversa in ambito militare o in situazioni di emergenza in mano agli Swat team e altre forze più specializzate. Non solo, se si concretizzasse una richiesta specifica d’interesse, è possibile l’inclusione di una selezione con raffica limitata…
Abbiamo potuto eseguire con ampia libertà la prova della Pmx, all’interno del balipedio della Beretta, sparando contro sagome cartacee alla distanza di 25 e 15 metri. Nel maneggio iniziale non si incontrano idiosincrasie particolari: impugnatura con giusta angolazione e che riempie la mano correttamente con discreto grip, selettore facilmente raggiungibile, sgancio caricatore a portata di indice e facilmente azionabile, manetta di armamento non troppo lunga, apertura e chiusura della calciatura agevole: quest’ultima tra l’altro e seppure non estensibile, offre una buona imbracciata con possibilità di appoggiarvi sopra la guancia.
Abbiamo iniziato ovviamente prima in tiro lento mirato a 25 metri con il solo ausilio delle mire in dotazione e con l’aggiunta di una impugnatura anteriore. Dopo i primi due colpi in alto e intuito l’allineamento corretto, abbiamo raggruppato subito 5 colpi, con leggera dispersione orizzontale, in 39 millimetri da centro a centro e 4 di questi tangenti gli uni agli altri: una precisione per una Smg assolutamente di prim’ordine e che ci ha sorpresi. Lo scatto: valutabile intorno ai 2.500 grammi di peso o qualcosa di più, pulito e secco, probabile ragione anche della precisione riscontrata. Presa confidenza con l’arma, siamo passati a una serie di 10 colpi cadenzati: tutti inscritti in un rettangolo di 110×100 millimetri nel nero… sempre con mire metalliche.
Per il passaggio alla raffica abbiamo accorciato le distanze a 15 metri, più che altro per verificare immediatamente il raggruppamento. Pur intenzionati a tirare raffiche brevi, abbiamo eccessivamente sovrastimato il rilevamento dell’arma, puntandola poco sotto il nero del bersaglio (diametro di 200 millimetri) per scoprire poi… che i colpi andavano invece esattamente dove puntato. Abbiamo successivamente e gradualmente alzato il punto di mira, sino a centrare il nero: dimostrazione che l’arma rileva davvero poco nonostante il rateo di fuoco. Molto facile ottenere raffiche di tre colpi grazie a una buona modulazione e corsa del grilletto: solo quando si insiste un po’ di più, possono scappare raffiche di quattro colpi e in questo caso, l’impennamento risulta più marcato. Abbiamo tenuto una postura piuttosto chiusa e aggressiva, ossia con calciolo ben pressato contro la spalla, guancia sulla calciatura e salda presa sull’impugnatura anteriore, baricentro leggermente spostato in avanti ma, tutto sommato, l’arma si controlla senza sforzo o necessità di postura, come nel nostro caso, accentuata: un punto a favore della Pmx. In effetti, il passaggio anche dal semiauto alla raffica (e non solo dalla posizione di sicura…) risulta davvero lungo e si fatica nella rotazione ma, almeno, mette al riparo da “passaggi involontari”. Altro aspetto positivo riscontrato, è che oltre a un maneggio intuitivo, risulta molto rapido impratichirsi nel controllo dell’arma indipendentemente dalla selezione e modalità di fuoco.
Complessivamente abbiamo sparato oltre 200 colpi, cambiando repentinamente le sequenze di tiro e con diverse posture: non abbiamo registrato alcun malfunzionamento dell’arma. Per quanto sotto un certo punto di vista statistico possa sembrare un test limitato (e lo è…), in base alla nostra esperienza possiamo serenamente affermare che molte altre Smg, viceversa, qualche malfunzionamento lo hanno mostrato anche prima di 200 colpi.
La prova completa su Armi e Tiro di gennaio 2018
Produttore: Beretta defense technologies
Modello: Pmx
Calibro: 9×19
Canna: lunga 175 millimetri (6,8 pollici), rigatura a 6 principi con passo di 250 mm
Funzionamento: chiusura a massa, sparo a otturatore chiuso
Alimentazione: caricatore amovibile bifilare polimerico
Numero colpi: 30
Percussione: cane interno
Sicure: a leva sul fusto, automatica al percussore, anti caduta
Mire: slitta Picatinny superiore per il montaggio di dispositivi ottici di mira; mirino e diottra abbattibili
Estrattore: a unghia
Espulsore: fisso, a lamina
Rateo di fuoco: 900-1.000 colpi/minuto
Lunghezza totale: con calcio piegato 418 millimetri, con calcio aperto 640 millimetri
Peso a vuoto: 2.400 grammi