La service pistol del XXI secolo

Beretta Apx, la prima polimerica a percussore lanciato del colosso gardonese; un concentrato di innovazioni ed ergonomia. Scopriamola insieme!

Cambiano i paradigmi delle pistole di servizio, o meglio, gli enti militari o civili che siano, prendono atto dell’esistenza di realtà costruttive e tipologie moderne da tempo sul mercato. Il concorso americano Mhs insieme ad altri importanti tender, come quello dell’Fbi, hanno il merito di aver fatto da spartiacque al cambiamento epocale nelle pistole semiautomatiche in “uniforme”. La Beretta Apx è la risposta italiana alle future esigenze in questi settori: ed essendo italiana, non può non offrire contributi innovativi che vanno ben oltre il semplice design.

I fattori chiave alla base dello sviluppo della Apx sono: l’adozione di una meccanica con canna oscillante; trattamenti superficiali di nitrurazione per canna e carrello per incrementare la protezione contro usura e corrosione; l’introduzione di uno chassis in lamiera d’acciaio nella piattaforma per migliorare modularità e durata dell’arma; un design originale specificamente orientato all’impiego tattico della Apx. Speciali stampanti rapide laser 3D sia a polveri metalliche sia polimeriche, hanno consentito una prototipazione puntuale con la validazione delle parti e degli assemblaggi sviluppati al computer. Questo, oltre a ridurre i tempi di progettazione, ha consentito di sperimentare anticipatamente una serie di concetti, di modificarli e di definirli al meglio sino alla pre-produzione. Tutte le tecnologie più moderne e allo stato dell’arte, sono state messe in campo unitamente alle idee innovative dei progettisti.

Stilisticamente e non solo, la Beretta Apx ha tratti decisi e particolari che non servono tanto a differenziarla dai concorrenti quanto a fornire solide basi ergonomiche. Il carrello otturatore è sicuramente la parte più distintiva e abbandona i “comuni” intagli di presa posteriori e anteriori, per una serie di costolature a rilievo sui fianchi. Sono otto sul lato sinistro e sette sul lato opposto, intervallate da profonde solcature. Queste costole offrono ampia superficie di presa per operare la slitta, sia nell’armamento sia nell’eventuale controllo della camera e la loro disposizione continua lungo i fianchi, permette di agganciare con la mano il carrello senza limitarsi alle zone tradizionalmente occupate dagli intagli. Risulta particolarmente comodo operare la slitta, per esempio, dall’alto, appoggiando la mano sopra il carrello, manovra nota come Top rack e sempre più impiegata dagli operatori. Tale nuova configurazione inoltre, agevola anche l’azionamento “tradizionale” con presa di pollice e indice nella parte posteriore del carrello. Le mire sono entrambe innestate a coda di rondine e regolabili in derivazione; per l’allineamento al bersaglio utilizzano il classico schema a tre pallini di riferimento, mire luminescenti al trizio sono invece offerte opzionalmente. Il profilo anteriore della base della tacca di mira risulta opportunamente squadrato: questa superficie infatti, si può utilizzare come contrasto per il riarmo di emergenza a una sola mano, appoggiandola contro il cinturone, sui bordi delle calzature o qualsiasi altro appiglio di fortuna. La finestra di espulsione risulta larga e squadrata, nel suo riquadro infatti si allinea e centra la camera di scoppio della canna, sul lato destro è presente una corta e robustissima unghia estrattrice caricata a molla.
Davanti alla tacca si nota un particolare familiare in alcune pistole Beretta come 92, Px4 e Nano: è il cilindretto di avviso della sicura automatica al percussore che si eleva dal profilo quando si attiva tale sicura con la trazione sul grilletto. Il fusto è in tecnopolimeri caricati con fibra di vetro: forma e volumi, sono il risultato di attente considerazioni antropometriche prima ed ergonomiche poi. Presenta elsa abbastanza corta e con lieve accenno di coda, due profondi sgusci verso il ponticello per ben indirizzare l’indice della mano: quest’area dell’arma, definita web, è stata oggetto di accurati studi, che si sono avvalsi della collaborazione di focus group formati da personale di forze di polizia e forze armate, italiane e straniere. La distanza tra l’asse della canna e l’incavo dell’elsa misura 21 millimetri, questo non solo per minimizzare il rilevamento dell’arma allo sparo, ma anche e soprattutto per garantire la massima efficacia di presa da parte della mano forte. Particolare attenzione poi anche alla distanza del trigger reach in modo da garantire il posizionamento ottimale dell’indice sul grilletto da parte degli utilizzatori, indipendentemente dalla loro taglia.
Il profilo dell’impugnatura mostra un backstrap morbido e non molto accentuato, anteriormente vi sono tre incavi per l’alloggiamento delle dita con micro cuspidi a rilievo per il grip: texture che viene ripetuta anche nel backstrap mentre sui fianchi, vi è una trama granulosa meno accentuata ottenuta sempre per stampaggio.
Osservando l’Apx dal backstrap, si nota un leggero ispessimento sui fianchi dell’impugnatura, soluzione che aumenta la superficie di appoggio del palmo della mano e consente una presa salda in qualsiasi condizione, migliorando contemporaneamente il comfort. Vengono forniti in dotazione tre dorsalini intercambiabili nelle taglie Small, Medium e Large per un perfetto attagliamento alla mano del tiratore, in questo caso il sistema di aggancio è affidato a una piccola linguetta in acciaio stampato presente all’interno dell’impugnatura nella parte dorsale; si tenga presente che i dorsalini comprendono anche i fianchi dell’impugnatura e lo spessore segue le proporzioni delle taglie indicate. Il fusto integra nel dust cover una slitta Mil-Std 1913 con tre slot, atta a ospitare i moduli tattici della Laser devices con combinazioni di laser visibili e infrarossi, illuminatori a luce bianca o infrarossa.
Su entrambi i fianchi e appena davanti alla leva di smontaggio, vi sono due aree con tre sottili intagli: sono i finger rest dell’arma, ossia i riferimenti tattili ove appoggiare il polpastrello dell’indice a riposo sul fusto ma pronto a inserirsi all’interno del ponticello.
Il colori disponibili per i fusti della Apx sono attualmente quattro: nero, Flat dark earth, Od green e grigio, tutti con canna e carrello con finitura nera.
Il pulsante di sgancio caricatore è di forma ellissoidale con base finemente zigrinata ed è reversibile, posizionato alla base degli sgusci sui fianchi del fusto per l’indice della mano.
La leva di sgancio otturatore è simmetrica, ossia è presente su entrambi i lati del fusto, è molto sottile e presenta superficie zigrinata, protetta all’interno di uno scasso; la leva di smontaggio è posta sul lato sinistro dell’arma, anch’essa molto sottile e di forma a goccia con due sottili barrette a rilievo come contrasto, sempre protetta da un apposito scasso nel fusto in modo da escludere impigliamenti inopportuni.
Sul lato sinistro e dietro la leva di hold open vi una piccola finestra: attraverso questa è possibile vedere il numero di matricola inciso sul modulo di scatto interno, questa soluzione consente così di impiegare lo stesso chassis su fusti differenti realizzando una piena modularità per il sistema Apx. Alla base dell’elsa è posizionato un perno passante di fissaggio del modulo interno e sul lato destro, subito dopo questo, vi è un piccolo pulsantino circolare simile a quello precedentemente mostrato sulla Nano: è il pulsantino di inertizzazione dello scatto. Premendolo, si sgancia in sicurezza la “precarica” al percussore. Questa soluzione è stata ritenuta indispensabile in relazione al sistema striker operated impiegato: nella quasi totalità delle pistole con questa tipologia di scatto, prima di eseguire lo smontaggio bisogna scaricare la precarica e questo prevede la trazione sul grilletto e il rilascio del percussore: premesso che prima di effettuare questa operazione è meglio accertarsi che la camera sia vuota… alcuni sono riusciti a dimenticare questa elementare procedura di sicurezza procurando spari accidentali. Per scongiurare questi casi, si è pensato bene di istituire un meccanismo di inertizzazione della precarica che non necessiti più l’azione sul grilletto: insomma, un sistema a prova di stupido.
Più o meno all’altezza del grilletto, sul lato destro si trova il pulsante della leva di smontaggio: per poter ruotare la leva in apertura, bisogna prima premere questo pulsantino per un paio di millimetri.
I caricatori della Apx sono sempre in lamiera d’acciaio stampata ma non posseggono più intaglio o finestra di aggancio nel corpo, sostituito da un rilievo prismatico triangolare nella faccia anteriore del caricatore: a detta dei tecnici della Beretta, oltre a offrire un migliore sistema di fermo consente di avere giochi meno stretti rispetto alla finestra tradizionale. In pratica, con il sistema precedente e andando a “limare” sempre più i contorni dell’impugnatura, si arrivava ad avere poco margine dimensionale per garantire un corretto aggancio sulla finestra. Particolare anche il posizionamento delle finestrelle per il controllo dei colpi presenti nel caricatore: sette piccoli fori disassati sulla destra rispetto alla linea di mezzeria del dorso del caricatore, il primo foro indica la capacità di 4 colpi e l’ultimo la capacità massima di 17 colpi in 9×19. Il caricatore ha un pad in materiale plastico con un piccolo pulsante circolare per lo smontaggio e la pulizia, inoltre presenta bordi alla base abbastanza pronunciati e due rilievi laterali, o alette, che copiano il profilo laterale dei fianchi del canale di alimentazione sull’impugnatura: i bordi rilevati del pad servono ad offrire una presa sicura per inserimento e disinserimento del caricatore nell’arma. Sono ovviamente previsti caricatori con maggiore capacità.
La Apx risulta tutto sommato compatta, misura complessivamente 192 millimetri (linea di mira lunga 160 millimetri), è alta 142 millimetri e ha uno spessore di 33 millimetri, il peso a vuoto per le versioni in 9×19 e 9×21 è di 760 grammi e di 780 grammi per le versioni in .40 S&W. Il funzionamento è a canna oscillante con chiusura metastabile tipo Browning modificato e l’azienda sottolinea che è la prima volta che viene impiegato in una “service pistol” della Casa, dato che la Nano, che impiega analogo schema, è invece una back up, mentre la Px4 utilizza tale sistema solo nella versione Subcompact.
La canna è lunga 108 millimetri (4,25 pollici) è realizzata per rotomartellatura a freddo con rigatura tradizionale a 6 princìpi con andamento destrorso e passo 1:250 millimetri per i calibri 9×19 e 9×21, passo invece di 1:400 millimetri per il .40 S&w. La lunghezza attuale della canna è certamente congrua per i servizi di polizia e come “compact”, invece, per i militari; sono previste, ovviamente, altre lunghezze di canna e versioni con filettatura in volata per l’impiego di moderatori di suono. La camera di scoppio mostra una corta rampa di alimentazione e, nella parte superiore, il tassello prismatico di centraggio della canna nel riquadro della finestra. Posteriormente alla rampa vi è la camma di svincolo con integrata la sede della testa della guida della molla di recupero. Il gruppo della molla di recupero è composto da un’asta polimerica avvolta da due molle concentriche di differente spessore, contenute da due tappi e, quindi, prigioniere: il cappuccio di maggiori dimensioni va a posizionarsi nello scasso predisposto dietro l’asola cammata mentre l’altro va ad inserirsi nella foratura presente nel carrello, sotto la canna. Sia la canna sia il carrello (entrambi ottenuti per asportazione di materiale da billetta) hanno finitura con nitrurazione che è un particolare processo di indurimento superficiale degli acciai. In questo procedimento si porta l’acciaio a circa 500 °C per poi trattarlo con azoto: questo viene assorbito dalla ferrite in superficie con formazione di nitruri che distorcono il reticolo cristallino. Tra i vantaggi di questo trattamento vi è grande durezza superficiale e resistenza all'usura, stabilità al rinvenimento e quindi durezza anche a caldo, resistenza alla fatica e alle abrasioni, resistenza alla corrosione e stabilità dimensionale.
Modulo di scatto: la struttura in acciaio inossidabile, oltre a contenere i leveraggi dello scatto, fornisce lunghe guide di scorrimento per la slitta e, sul lato sinistro, l’espulsore. È facilmente estraibile grazie a un semplice perno passante posteriore e alla contemporanea rimozione del chiavistello di smontaggio. Lo scatto è con precarica alla molla del percussore: all’armamento della slitta la molla viene parzialmente caricata, la successiva trazione del grilletto con azione della barra di trasmissione, tramite l’arretramento della coda del percussore comprime ulteriormente la molla sino alla fase di sgancio. Il peso di scatto della versione da noi provata è poco superiore ai 2.800 dichiarati, intorno ai 2.830 grammi: bisogna dire che questo peso di scatto corrisponde alla versione “civile” o Law enforcement. La versione Military della Apx, precedentemente provata, aveva peso di scatto superiore: questo perché in presenza di inneschi militari, si utilizzano molle leggermente più dure per garantire sempre e comunque una percussione sicura. La corsa dello scatto è di 6 millimetri, con reset davvero corto, pari a 3 millimetri: lunghezze tra le più brevi nella categoria. Il grilletto ha superficie di appoggio molto ampia (più della media della categoria, come sottolineato dai tecnici Beretta), con nel mezzo la leva di sicura: l’ampia superficie aiuta a compensare eventuali malposizionamenti della falange distale in caso di fretta e, dall’altra, aiuta a distribuire meglio le forze di trazione.
Sicure: oltre a quella sul grilletto, vi è quella automatica al percussore, che libera la corsa solo quando la trazione sul grilletto ha raggiunto l’arco finale; opzionalmente sono previste leve di sicura esterne ambidestre e anche avviso di colpo in camera tramite l’unghia estrattrice.

​L'articolo completo è stato pubblicato su Armi e Tiro – febbraio 2017
Produttore: Beretta, berettadefensetechnologies.com
Modello: Apx
Calibri: 9×19, 9×21 e.40 S&W
Funzionamento: canna oscillante, tipo Browning modificato
Scatto: semi-Doppia azione, percussore lanciato
Peso scatto: 2.830 grammi (corsa 6 mm, reset 3 mm)
Lunghezza canna: 108 mm (4,25 pollici)
Lunghezza totale: 192 mm
Lunghezza linea di mira: 160 millimetri
Spessore: 33 mm
Altezza: 142 mm
Rigatura: 6 principi andamento destrorso, passo 1:250 mm (9×19,9×21), 1:400 mm (.40 S&W)
Capacità: 17 colpi (9×19), 15 colpi (9×21 e .40 S&W)
Materiali: acciaio al carbonio, fusto polimerico
Finiture: parti in acciaio nitrurate
Peso: 760 g scarica (9×19 e 9×21); 780 g scarica (.40 S&W)