Arsenal firearms Dueller prismatic calibro .45 acp

Una pistola unica, scaturita dal “gemellaggio” tra due Government: canna di 6,5 pollici con compensazione e doppio “porting”, carrello prolungato e dai profili squadrati, premendo uno dei due grilletti si spara con entrambe le canne, proiettando quasi 500 grani di piombo sul bersaglio

Nel 2011, per festeggiare il centenario della mitica pistola Colt Government, la Arsenal firearms presentò una concept del tutto particolare, che stupì i visitatori dello Shot show prima, e dell’Iwa poi: un vero “parto gemellare siamese”, una pistola nata dall’unione sul tavolo da disegno di due 1911 speculari. Questo oggetto unico ha lasciato il segno, però, non solo per le due canne destinate a sparare simultaneamente, ma anche per le finiture di elevato livello.

La principale differenza tra l’ormai classica Af2011 e la versione Dueller Prismatic, che presentiamo in queste pagine, riguarda prioritariamente le parti in movimento, ovvero il carrello, con fianchi smussati a 45 gradi e le canne, con due fori di compensazione hybrid e port ovale anteriore. Canne e carrello risultano di maggior lunghezza rispetto alla Government originale, visto che le prime hanno una lunghezza di 162 millimetri, mentre il secondo è lungo ben 210 mm.

Prodotta interamente in Italia dalla Arsenal firearms di Magno di Gardone Valtrompia (Bs), attualmente la Dueller Prismatic calibro .45 sarà proposta in tre configurazioni: brunita con canne in bianco, brunita con canne brunite e cromata con canne bianche.

 

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Meccanica

Come anticipato, la meccanica di base è mutuata dall’immortale 1911, solo che è “semplicemente” doppia.

Ovviamente non è stato semplice progettare e realizzare un’arma dalle caratteristiche uniche come la Dueller Prismatic. Il fusto, in acciaio 39NcD4 è realizzato dal pieno e presenta un’impugnatura di larghezza maggiorata per poter ospitare i due caricatori monofilari, singoli ma accoppiati tramite il fondello, della capacità di 8+8 colpi.

Le sedi dei caricatori sono completamente indipendenti, separate da un diaframma in acciaio, mentre il pulsante di sgancio alla base del ponticello è unico e riprende le quote sezionali standard, ma presenta una larghezza maggiore per consentire l’aggancio simultaneo dei due serbatoi.

Attorno ai caricatori scorrono le staffe di collegamento tra i due grilletti 1911, accoppiati, dotati di regolazione della corsa di retroscatto che si interfacciano, nella zona posteriore, con due leve di scatto e due disconnettori indipendenti sempre a standard 1911.

I grilletti, le due leve di scatto, i disconnettori e la sicura dorsale sono attivati da due classiche molle a lamina a tre rebbi, tenute in sede da un mainspring housing dedicato, unico, dotato di due molle del cane.

Anche i cani sono due, solo che essendo vincolati dall’unica cresta a becco, non possono essere utilizzati separatamente, ma percuotono i due inneschi delle cartucce in modo simultaneo. Quindi, a ogni pressione del grilletto, avviene l’esplosione contemporanea di due cartucce, sia premendo entrambi i grilletti, sia premendone uno soltanto (opzione più “naturale” quando si impugna l’arma sulla linea di tiro), in quanto le due staffe del grilletto sono saldate tra loro e sganciano comunque simultaneamente entrambi i denti di scatto (sear).

In ordine all’adozione del cane con cresta maggiorata è stato necessario realizzare una sicura dorsale dedicata ovvero, con sperone ed elsa maggiorati al fine di accogliere la cresta stessa in un’apposita nicchia al fine di evitare lo spiacevole “morso” alla mano tipico delle 1911A1 militari. Il cane è azionato dalle due citate molle e, pertanto, volendolo armare manualmente, si deve vincere una resistenza superiore alla media. Anche la movimentazione del carrello necessita di un certo vigore, in quanto l’otturatore è comandato da due molle, la cui resistenza si somma a quella delle molle del cane imponendo l’uso di una maggiore forza rispetto ad altre armi.

La presa e del carrello è comunque agevolata dagli intagli di presa molto profondi e spaziati (riprendono un pochino, forse, lo stile Sti), posizionati sia classicamente nella porzione posteriore dell’otturatore sia nella zona anteriore e, pertanto, lo scarrellamento può essere eseguito senza particolari difficoltà.

Il generoso carrello è ricavato dal pieno sempre in acciaio 39NcD4 e, per ospitare due canne lunghe 6,5 pollici calibro .45 acp, presenta dimensioni e pesi veramente extralarge.

Come anticipato, la linea Prismatic è connotata da linee piuttosto squadrate rispetto alle armoniose forme arrotondate dei carrelli 1911 (e della Dueller standard, con pari lunghezza di canna e carrello rispetto alla Prismatic), pertanto presenta la porzione superiore con angoli di raccordo tra i piani verticali e orizzontali pari a 45 gradi.

Lo spessore dell’otturatore è pari a ben 39,3 mm mentre la lunghezza dello stesso è pari a 210 mm.

Grazie a queste dimensioni il carrello è in grado di accogliere le due canne, celandone i primi 6 pollici di lunghezza. Sulla sommità sono ovviamente fissati in posizione centrale gli organi di mira, ma al di qua e al di là della zona delle due finestre di espulsione sono presenti due scassi con pareti inclinate, che sottolineano il punto di giunzione tra le due differenti “anime” di questo mastodonte.

Nel rispetto della classica impostazione 1911 le canne sono trattenute in volata da due bushing speculari che, in fase di smontggio, debbono essere ruotati verso l’esterno (quindi quello di destra in senso antiorario e quello di sinistra in senso orario) per consentirne la rimozione.

I due barrel bushing sono fermati da altrettanti tubetti reggi spinta che trattengono le molle di riarmo di 16 libbre, caratterizzati da una zigrinatura a cuspidi romboidali della sommità. Le molle di recupero sono trattenute all’estremità posteriore da guidamolla di tipo corto, con buffer antishock in gomma. I due guidamolla sono uniti al piede da una piastrina unica.

La chiusura è di pura provenienza Colt-Browning, con due tenoni semilunari superiori e il terzo risalto costituito dalla camera di cartuccia, le canne vengono fatte basculare per interrompere il vincolo con il carrello tramite le consuete biellette, comandate dal piolo dell’hold open passante (uno solo, di lunghezza pressoché doppia), che le trattiene entrambe. Le tolleranze d’accoppiamento tra canne e carrello e tra carrello e fusto sono veramente minime e la fattura e lavorazione di tutti i componenti è particolarmente curata. All’interno del carrello, la linea di simmetria è sottolineata da una nervatura longitudinale, che funge da guida per ciascuna canna.

Rispetto alla Dueller, che ha pari lunghezza di canna e otturatore, la linea Prismatic oltre al profilo squadrato del carrello è caratterizzata anche dalle canne con sistema di compensazione tipo hybrid port: infatti le due canne presentano due fori di 4 mm inclinati verso l’esterno di 45 gradi e all’indietro di 25 gradi, che trovano sfogo tramite due feritoie ricavate nella porzione antero-superiore del carrello.

Il mezzo pollice di canna non celato dal carrello è, inoltre, dotato di port di compensazione verticale largo 9 mm e ampio 4,5 mm che, unitamente agli hybrid port, rende le reazioni allo sparo della Dueller Prismatic piuttosto miti e decisamente controllabili.

Nella zona posteriore del carrello si trovano i due percussori standard e i due classici estrattori, posizionati però simmetricamente per consentire la simultanea estrazione dei bossoli rispettivamente a destra per la canna destra e a sinistra per la canna sinistra.

In questo caso il carrello è dotato di due ampie finestre d’espulsione con ponte centrale di sicurezza. La traiettoria dei bossoli espulsi è stata ottimizzata per evitare che gli stessi possano essere proiettati contro la faccia del tiratore. I due espulsori posizionati centralmente sulla parte posteriore del fusto, a tal proposito sono stati dotati di facce con lieve inclinazione proprio per poter “lavorare” al meglio e donare la massima affidabilità alla pistola.

Lo spessore dell’impugnatura al livello delle guancette (in G10) è pari a 50 mm, mentre il trigger reach rimane identico a quello della 1911. Grazie alla presenza di due grilletti collegati che si trovano sensibilmente decentrati a destra e a sinistra rispetto alla mezzeria del fusto, inoltre, è possibile anche per tiratori con mani di medie dimensioni raggiungere uno dei due grilletti per fare fuoco senza strappi. In definitiva, l’ergonomia generale dell’impugnatura, a dispetto delle dimensioni, durante le prove a fuoco non ha creato particolari criticità.

Anche la sicura manuale, posizionata sul lato sinistro, è facilmente azionabile, così come è facilmente raggiungibile sia il pulsante di sgancio caricatori (il plurale è d’obbligo!) sia la leva dell’hold open.

Molto positiva è stata la qualità complessiva dello scatto. Fluido, netto e privo di grattamenti o filature, ha fatto rilevare un carico di 2.800 grammi che, anche se apparentemente esagerato per una 1911, in realtà, proprio grazie alle citate positive doti, non ha mai dato problemi durante il tiro.

Si può ben capire che sparare con un “doppiettone” semiautomatico da pugno non è cosa da tutti i giorni e, in effetti, mi sono approcciato alla prova a fuoco con un’iniziale summa di sensazioni contrastanti che andavano dalla diffidenza verso una “cosa” mai vista né provata, all’insana curiosità che affligge tutti noi appassionati.

Le prime manipolazioni dell’arma sul campo mi hanno immediatamente permesso di notare una piccola peculiarità dell’arma, relativa alla presenza della sicura dorsale: tale elemento, infatti, deve essere ben premuto per poter sparare ma, in relazione al notevole spessore dell’impugnatura e alle dimensioni della mia mano, trattenendo l’arma in modo naturale mi risultava talvolta difficile disarmare “automaticamente” il sistema di blocco. Al fine di scongiurare tale problema, ho leggermente ruotato la mano adottato un’impugnatura sensibilmente più avanzata, in modo da consentire al palmo di interagire con la sicura su un lato. Trovata la “quadra”, ho iniziato la prova dai rilievi cronografici.

Per non mettere in crisi il cronografo, ho ovviamente provveduto a sparare con una sola delle due canne alla volta. Molto interessante è stato notare che, anche sparando con una sola cartuccia, con munizioni potenti come le Fiocchi Black Mamba di 185 grani, si è assistito a perfetto ciclo funzionale dell’arma.

Eseguiti i preliminari test balistici, sono passato alla prova vera e propria ponendo un bersaglio Ipsc a circa 15 metri e rifornendo l’arma con alcune cartucce Sellier & Bellot di 230 grs.

Il primo colpo, o meglio, la prima coppia di colpi ha impattato nel puto mirato con una lieve dispersione orizzontale, pari a circa 5 cm, le successive coppiole hanno sempre attinto il bersaglio con dispersione minima. La cosa che mi ha particolarmente impressionato durante i primi colpi esplosi è stata la risposta dinamica dell’arma.

Non dimentichiamo che a ogni sparo, dai 400 ai 460 grani di piombo abbandonano l’arma con energie cinetiche complessive di 80-100 kgm, per cui mi aspettavo una reazione severa. Invece, premuto il grilletto è arrivata una progressiva spinta sulla mano, con rilevamento attenuato dalla massa dell’arma e dai fori di compensazione. Grazie alla grande stabilità dell’arma, non ho faticato ad accelerare la cadenza di tiro e, con un minimo di incertezza dovuta all’impugnatura disassata, ho comunque ottenuto buone concentrazioni anche in tiro rapido.

Per finire, con le ultime cartucce rimaste, ho provato a eseguire alcuni veloci double tap riuscendo, comunque a piazzare le due coppie di colpi in pochi centimetri di rosata.

Utilizzando anche munizioni Fiocchi Top Target e Fiocchi Black Mamba si sono sempre ottenute concentrazioni particolarmente ristrette e centrate rispetto al punto mirato, confermando che l’arma è ben progettata e realizzata con lavorazioni centesimali che hanno permesso alle due canne di mantenere il corretto allineamento e la perfetta convergenza.

La Prismatic è comunque dotata di un set di mire all’altezza del progetto, con mirino a lama di tipo sportivo (innestato a coda di rondine dalla parte frontale) e una tacca di mira micrometrica Lpa, che possono assecondare le varie esigenze dei tiratori sportivi. Così come uscita dalla fabbrica, l’arma presentava un perfetto azzeramento.

Rimane solo da capire a cosa serve tale arma: sicuramente la Dueller Prismatic non è da considerarsi come un’ennesima pistola per difesa o per il tiro “sui generis”, ma va analizzata come massima espressione armiera nel campo delle armi corte. In ambito italiano, il collezionismo potrebbe essere una delle principali destinazioni della Dueller, anche per via del fatto che il cliente può scegliere fra diverse finiture e richiederne altre a piacere ma, considerata la possibilità di sparare due colpi simultaneamente, io valuterei anche l’ipotesi di tenere la Prismatic nel cassetto, carica e pronta all’uso.

Il devastante e rassicurante potenziale espresso nella difesa personale dalla semiautomatica a due canne della Arsenal firearms non è da sottovalutare, soprattutto in relazione al fatto che la Dueller è potente, affidabile e dotata di un minaccioso aspetto connotato dalle due volate calibro .45 che sarebbero in grado di intimorire e dissuadere anche Godzilla.

 

Scheda tecnica

Produttore: Arsenal firearms srl via X Giornate 14, Magno di Gardone Val Trompia (Bs), tel. 030.61.52.945, www.arsenalfirearms.com, info@arsenalfirearms.it

Tipo: pistola semiautomatica

Modello: Dueller Prismatic

Calibro: .45 acp (in preparazione .38 super auto e 10 mm auto)

Impiego specifico: difesa abitativa-personale e tiro ludico

Alimentazione: 2 caricatori monofilari capaci di 8 cartucce, uniti al fondello

Scatto: Singola azione (carico rilevato pari a 2.750 g)

Sicura: manuale a leva sul fusto e automatica dorsale all’impugnatura

Canna: 2 canne lunghe 162 mm con hybrid port e compensatore in volata

Mire: mirino a lama innestato a coda di rondine longitudinale, tacca di mira micrometrica Lpa su coda di rondine trasversale.

Peso: circa 2.000 g scarica

Classificazione: arma comune

Accessori: la Arsenal firearms fornisce anche fondine e buffetterie dedicate

Materiali: carrello, fusto, cane, sicura dorsale in acciaio 39NcD4; canne in acciaio inox Sus 416; fondello caricatore e mainspring housing in ergal 7075; guancette in G10

Prezzo: da definire in relazione alle finiture richieste dal cliente