Alla guerra di cifre sulle vittime della caccia non crede più nessuno

L’Associazione nazionale vittime della caccia, in conclusione della stagione 2008-2009, ha diffuso i consueti, allarmistici dati che attesterebbero ben 41 vittime accertate e 85 feriti. Sulla scientificità e correttezza di questi dati sono ormai anni che si ha più di un motivo per dubitare, la buona notizia è che finalmente anche i quotidiani nazionali hanno smesso di riportarli in modo acritico. Guida la fila il giornale.it, che riferisce: “a diffondere dati e nume… L’Associazione nazionale vittime della caccia, in conclusione della stagione 2008-2009, ha diffuso i consueti, allarmistici dati che attesterebbero ben 41 vittime accertate e 85 feriti. Sulla scientificità e correttezza di questi dati sono ormai anni che si ha più di un motivo per dubitare, la buona notizia è che finalmente anche i quotidiani nazionali hanno smesso di riportarli in modo acritico. Guida la fila il giornale.it, che riferisce: “a diffondere dati e numeri “impressionanti” ci ha pensato un’associazione che nel solito elenco delle vittime, già gonfiato e pieno di errori, ha pensato bene di aggiungere 40 decessi avvenuti fra “non cacciatori” e originati da un’arma da caccia, anche se usata per commettere omicidi e suicidi. A dire il vero, dopo le documentate inchieste diffuse dal Comitato nazionale caccia e natura negli anni passati, molti quotidiani hanno evitato di riportare i dati farneticanti diramati dalle solite associazioni fondamentaliste; tuttavia ci sono ancora organi di stampa che non guardano troppo per il sottile e si limitano, in maniera assolutamente acritica, a riportare una serie di notizie completamente destituite di ogni fondamento”. Ed eccoli, i dati del Cncn: “i morti per incidenti di caccia sono stati 21; i morti a causa di un infarto o malori (ogni anno se ne registrano oltre 160.000 fra le mura domestiche) sono stati 11; i morti a causa di cadute (senza che ci sia stato alcuno sparo) sono stati 3; i morti per incidente automobilistico (avvenuto in seguito a un malore) 1; un ferito (peraltro completamente ristabilito) è stato conteggiato fra i morti; un bracconiere ucciso durante una battuta di frodo; un cacciatore ucciso da un cinghiale (in passato è accaduto a un contadino); un suicida. Come si può facilmente comprendere, le 21 vittime non sono evidentemente ritenute sufficienti a suscitare allarmismo e preoccupazione (non solo nella pubblica opinione, ma anche presso i politici e le istituzioni) e allora si ricorre a tutta una serie di squallidi escamotage (come i malori o le cadute) oppure a veri e propri falsi spudorati, fra i quali sono veramente degni di nota il ferito che è stato disinvoltamente conteggiato fra i morti, la vittima per incidente automobilistico o il poveretto che ha scelto di uccidersi con la doppietta invece che buttarsi dalla finestra o sotto un treno”.